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Scuola: Lega ed M5s contro le nuove ipotesi su Dad e quarantena

Scontro nella maggioranza sull’ipotesi, al vaglio del governo e sostenuta dalle regioni, di una modifica delle regole su Dad e quarantena in vista del rientro in classe dopo le vacanze di Natale. Gli istituti sono pronti a ripartire tra il 7 e il 10 gennaio, ma in alcuni territori la riapertura slitterà a causa dei contagi. Anche per questo il Governo studia regole diverse soprattutto alle elementari e in prima media, visto l’avvio della campagna vaccinale 5-11.

Dopo la proposta delle Regioni, che trova molti punti d’intesa con l’Esecutivo, sembra molto probabile che anche per le scuole elementari e la prima media – così come già succede per quelle successive – si possa prevedere, nel caso di due studenti risultati positivi in una classe, solo l’autosorveglianza di cinque giorni (con test a 10 giorni) per i ragazzi vaccinati (o guariti negli ultimi tre mesi) e la quarantena di 10 giorni con Dad (quest’ultimo caso laddove previsto) per i non vaccinati. Con tre contagi in una sola classe, sarebbe poi la Asl a valutare ulteriori provvedimenti come la sospensione dell’attività in presenza. Nelle scuole dell’infanzia resterebbe invece la quarantena di dieci giorni per tutti con tampone con un solo caso positivo. Valutazioni, queste ultime, che potrebbero approdare al Cdm del prossimo 5 gennaio.

Ma i sindacati sono in allarme: “La ripresa delle attività didattiche non deve riprodurre modelli che già si sono rivelati ingestibili. Ricordo con molta preoccupazione l’esperienza delle lezioni organizzate in parte in presenza e in parte a distanza. Un modello organizzativo che non ha mai garantito la qualità della proposta formativa. Chi segue in classe ha bisogno di tutta l’attenzione dell’insegnante. Chi invece è in Ddi ha tempi diversi e necessita di proposte più essenziali. Non si possono bloccare i bambini o gli studenti in quarantena per 5 ore davanti al Pc”. Lo dice all’ANSA la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi.

E anche nel governo partono le voci in dissenso: “Non si può pensare di discriminare i bambini, prevedendo per alcuni la dad e per altri la frequenza in presenza. Si continui ad investire risorse per la sicurezza, anzi si aumentino le risorse per la scuola, e si migliori il protocollo affinché sia più efficace. Ma le scuole devono restare aperte!”. Lo dice la sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia. “Preservare la didattica in presenza per i nostri studenti è sempre stata una priorità del Governo. Un principio sacrosanto a cui dobbiamo tener fede anche per la seconda parte dell’anno scolastico. La campagna di vaccinazione per i più piccoli è appena partita e inasprire i protocolli su contagi e quarantene ci esporrebbe al rischio di eccessive penalizzazioni. Non possiamo permetterci di relegare in Dad milioni di studenti. La risposta non può essere sacrificare il diritto all’istruzione di milioni di studenti. Su questo siamo pronti a far sentire forte la nostra voce”. Così il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso (Lega).

Il Presidente della Conferenza delle Regioni , Massimiliano Fedriga – che ha incontrato venerdì 31 dicembre Bianchi e Speranza – assicura: “si tratta di ipotesi di intervento che, sulla falsariga di quanto è stato fatto con l’ultimo decreto, alleggeriscono anche il mondo della scuola sul fronte dei protocolli, delle quarantene e dei tamponi attualmente previsti.

Sono proposte tecniche che – aggiunge – vogliamo approfondire e condividere con l’Esecutivo per proteggere gli ospedali gravati sempre più da ricoveri e permettere una ripresa dell’anno scolastico in presenza, considerando l’andamento della curva epidemica che appare trainato proprio da una progressione importante nella fascia che va da 6 a 13 anni”.

E dopo l’obbligo vaccinale per il personale scolastico (scattato il 15 dicembre scorso) la prossima misura certa con la ripartenza della scuola nel 2022 sarà l’utilizzo delle Ffp2 da parte degli insegnanti nella scuola dell’infanzia, così come in quelle classi delle primarie e secondarie dove ci sono alunni che non hanno la mascherina perché esentati per specifici motivi. Ma queste nuove restrizioni, con la campagna vaccinale 5-11 cominciata solo due settimane fa e ancora a rilento (senza alcuna dose ancora l’88,4%, secondo l’ultimo report), potrebbero non bastare.

Il governatore campano Vincenzo De Luca valuta l’ipotesi di chiudere le scuole elementari in presenza per un mese – e quindi con lezioni in Dad – per procedere con le somministrazioni e consentirne la riapertura in sicurezza. “In questo momento – dice De Luca – il grosso del contagio del Covid riguarda le età di 5-11 anni e 0-16 anni. Sembrerebbe giusto usare un mese per ampliare la vaccinazione per i bimbi piccoli e riaprire gli istituti in sicurezza”.

Posticipato a lunedì 10 gennaio il rientro ai nidi e alle scuole dell’infanzia comunali nel Comune di Siena “a seguito dell’evolversi della situazione pandemica cittadina e dei provvedimenti di quarantena che coinvolgono il personale scolastico e diverse sezioni bolla dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali” mente slitta al 10 gennaio anche la riapertura delle scuole in Abruzzo, secondo un’ordinanza regionale che dispone la sospensione delle attività didattiche il 7 e 8 gennaio.
   


Source: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/politica_rss.xml

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