Solo a Montecitorio il 30 dicembre una trentina di deputati risultavano bloccati a casa, contagiati dal Covid o in quarantena, quasi il 5%. Basta questo dato a capire come la pandemia sia un fattore di incertezza tutt’altro che secondario sulla corsa al Colle, a cui darà ufficialmente il via il presidente della Camera, Roberto Fico, annunciando martedì la prima convocazione del Parlamento in seduta comune.
Al momento, si ipotizza la prima votazione per il 24 gennaio, e in queste tre settimane la curva epidemiologica sarà osservata con grande attenzione non solo dai partiti, alle prese con la delicata trattativa per scegliere il nuovo presidente della Repubblica, ma anche dal comitato tecnico scientifico di Montecitorio. I tecnici hanno già una prima riunione in agenda lunedì, per iniziare a valutare tutte le soluzioni per organizzare la tredicesima elezione del capo dello Stato, in condizioni decisamente straordinarie rispetto alle precedenti. Di fronte ai rischi di contagio, la priorità è evitare assembramenti nella gestione dei grandi elettori, che al momento (salvo appunto contagi e quarantene) sono 1.007, e diventeranno 1.008 quando sarà proclamata il deputato eletto il 16 gennaio nella corsa alle suppletive del collegio Roma 1 per il seggio lasciato libero dal nuovo sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri. Difficilmente ci sarà invece il tempo per la nomina del senatore destinato a prendere il posto a Palazzo Madama di Adriano Cario, decaduto per brogli.
Con ogni probabilità si procederà con una votazione al giorno anziché due o anche tre come successo in passato. La prima sarà fissata da Fico, la data delle altre eventuali sarà scelta dalla riunione dei capigruppo. I tecnici di Montecitorio potrebbero organizzare il voto a fasce orarie, con tempi allungati dalle operazioni di sanificazione dell’Aula, e non è del tutto escluso che vengano prese in considerazione soluzioni alternative agli storici catafalchi, ossia le cabine elettorali, per conciliare le esigenze di segretezza e igiene.
Un sostanzioso numero di assenze per Covid non cambierebbe comunque il quorum, che è di 672 voti nei primi tre scrutini e 505 a partire dal quarto. Di certo, però, potrebbe complicare e rendere incerte le strategie dei partiti, che al momento si muovono ancora in maniera tutt’altro che compatta. Anche per questo, da settimane fra i parlamentari si rincorre l’idea che, di fronte a una nuova impennata dei contagi, si potrebbe comporre un fronte unito per chiedere a Sergio Mattarella la disponibilità a un nuovo mandato. Lo stato della curva epidemiologica al 10 gennaio, secondo fonti parlamentari, sarebbe un punto di riferimento per ogni ragionamento di questo tipo.
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