Dopo un periodo di deciso riserbo Pier Ferdinando Casini rompe il silenzio con un post su Instagram in cui dichiara il suo amore per la politica. “La passione per la politica è la mia vita!!”, sottolinea allegando una sua foto in bianco e nero. Un giovane Casini, diciannovenne, che parla dal palco di un convegno del movimento giovanile della Dc. Quasi cinquant’anni di impegno per la democrazia e le istituzioni, dunque, sembra rivendicare con orgoglio proprio mentre in molti appaiono pronti, invece, a celebrare il funerale della politica. A più di qualcuno appare come un segnale in questi giorni concitati, quando il suo nome è entrato a più riprese nel toto Quirinale.
Anche oggi molti lo citano come possibile inquilino del Colle più alto. Lo fa un altro democristiano doc come Clemente Mastella che in una intervista alla Stampa racconta: ‘Diversi Cinque Stelle sono venuti da me a dire: meglio Casini che Draghi’. ‘Se dovessi dare un consiglio – aggiunge il sindaco di Benevento – Draghi è bravissimo, continui a fare il premier. Non vedo perché Casini non possa essere un buon nome’. Il diretto interessato si schermisce con i cronisti che, dopo il secondo scrutinio, gli chiedono se debbano già chiamarlo presidente: ‘Mi dovete chiamare Casini, come mi avete sempre chiamato da quarant’anni’, replica con il consueto piglio bolognese.
E ancora, a chi gli chiede come viva questo momento che lo vede nella rosa dei papabili per l’incarico di capo dello Stato, risponde semplicemente: ‘L’importante è la salute’.
Insomma, il silenzio è rotto, ma non troppo. Anche perché – come ricorda un altro politico di lungo corso, il capogruppo di Italia Viva alla Camera Ettore Rosato – è proprio questa la regola aurea per chi aspira alla presidenza della Repubblica: ‘Chi è meno nominato ha più chances’. Il silenzio è d’oro, dunque. E fino ad oggi è proprio questa la strategia osservata dall’ex presidente della Camera.
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