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Opposizioni divise, due mondi tra Roma e Milano

Si scrive “pace” ma si legge “elezioni regionali”, “unità delle opposizioni in Parlamento”, “congresso del Pd” ed altro ancora. Le due manifestazioni di Roma e Milano per la pace in Ucraina, hanno assunto infatti significati ulteriori rispetto alle istanze dei due eventi, che hanno comunque segnato una nuova divisione tra le minoranze politiche del Paese.

In questo contesto il Pd di Enrico Letta ha tentato di tenere insieme non solo le due piazze, con la presenza di esponenti Dem in entrambe i luoghi, ma anche i partiti partecipanti alle due manifestazioni, da M5s al Terzo Polo, che si sono scambiati bordate. Ad aprire le polemiche ci ha pensato il leader di M5s Giuseppe Conte, che ha declinato la manifestazione di Roma come uno stop all’invio di armi all’Ucraina – in contrasto con la posizione pro Ucraina del Pd – e ha messo in dubbio che gli organizzatori dell’evento di Milano fossero “per la guerra” anziché per la pace.

Le repliche non si sono fatte attendere con Ettore Rosato che ha bollato come “codardi” quanti abbandonano Kyiv al proprio destino, mentre Carlo Calenda ha dato del “qualunquista e quindi di destra” a Conte.

Al di là della netta diversità di vedute sulla strategia per giungere ad un cessate il fuoco, lo scontro tra M5s e Terzo Polo è a tutto campo. Conte, premiato dai sondaggi post elettorali che vedono affiancare il Movimento ad un Pd in calo, ha puntato a questa manifestazione per un ulteriore balzo in avanti dei consensi grazie ad una collocazione marcatamente pacifista. Se l’obiettivo di tornare sopra il 20% si realizzasse, sarebbe il Movimento a diventare l’asse centrale di un potenziale centrosinistra, e non più il Pd. Il che permetterebbe di dettare le condizioni per le prossime scelte, in Parlamento e alle regionali.

La tornata delle amministrative, nel Lazio e in Lombardia, è una ulteriore chiave di lettura delle partecipazioni dei vari partiti ai due cortei per la pace. I Dem stanno inseguendo M5s per trovare una candidatura comune nel Lazio, senza la quale si consegnerebbe la vittoria alla destra, che però sarebbe comunque probabile se della coalizione di centrosinistra non facesse parte anche il Terzo Polo. Ecco quindi il ruolo da “cane pastore” che Letta e Nicola Zingaretti stanno svolgendo, cercando di tenere insieme i possibili alleati: di qui la presenza di Letta e moltissimi dirigenti Dem a Roma, ma anche di altri importanti parlamentari a Milano, come Alessandro Alfieri o Carlo Cottarelli, indicato tra i papabili alla candidatura per le regionali in Lombardia. All’Arco della Pace, a Milano, tuttavia, significativa nella stessa ottica la presenza accanto a Calenda e Matteo Renzi di Letizia Moratti, che appena a gennaio era una delle candidate del centrodestra per il Quirinale, ed oggi sembra guardare al Terzo Polo in vista della corsa per il Pirellone, o in prima persona o – come ha proposto Calenda – in ticket con Cottarelli.

Paradossalmente la posizione “neutralista” di Conte sulla guerra in Ucraina, rafforza quella del Terzo Polo che sollecita i Dem ad abbandonare ogni dialogo con M5s: e infatti diversi esponenti di Azione-Iv, da Calenda a Raffaella Paita, hanno incalzato oggi Letta a smarcarsi dalle affermazioni di Conte. E almeno fisicamente al corteo di Roma la distanza tra Letta e Conte è apparsa marcata, dato che i due si sono evitati. Oltre alle Regionali ci sono imminenti passaggi parlamentari, come il decreto rave del governo e le elezioni dei membri laici del Csm tra un mese, che spingono il Pd a sollecitare un accordo tra tutte le opposizioni.

I Dem hanno anche rivendicato la presenza in entrambe le piazze, anche se le rispettive piattaforme erano diverse. La presenza a Roma di Letta e dei dirigenti Pd è stato anche un modo per tenere vivi i rapporti con le associazioni promotrici, laiche e cattoliche, a cui il partito guarda come interlocutrici per allargare la base del confronto del Congresso che nelle prossime settimane entrerà nel vivo proprio attraverso una fase aperta alle realtà esterne. Letta è stato contestato da un gruppetto di manifestanti, ma alla fine il segretario ha detto che l’episodio non ha “sporcato” la sua presenza e che “si è sentito a casa”.
   


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