Prima di lei mai una donna era stata presidente della Rai né sindaco di Milano. Letizia Brichetto Arnaboldi Moratti avrebbe lo stesso primato al Colle, se si realizzasse la suggestione nata quando a dicembre ha incontrato a Roma la presidente di FdI, Giorgia Meloni. Dalla stessa area (allora era An), venne nel 2006 la spinta verso Palazzo Marino, dove ha guidato la città 5 anni, dopo altrettanti da ministro dell’Istruzione del governo Berlusconi, autrice di una riforma della scuola accompagnata da non poche proteste.
Milanese classe ’49, figlia di un eroe partigiano ‘aristocratico’, a 25 anni manager in campo assicurativo e poi presidente di News Corp Europe del gruppo Murdoch, Moratti nel tempo si distingue per l’aplomb che le vale la fama di donna d’acciaio, di “soave pugno di ferro” diceva l’amico Indro Montanelli. Con fermezza a dicembre nega ambizioni quirinalizie, “focalizzata” sul ruolo di vicepresidente e assessore al Welfare della Lombardia, accettato un anno fa, su sollecitazione di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, dopo essere stata presidente di Ubi Banca. Moratti raddrizza la campagna vaccinale lombarda anti-Covid ma l’idea di legare le dosi al Pil solleva un polverone.
È invece dell’allora premier Romano Prodi la nomina nel 2007 a commissario per la candidatura di Milano a Expo 2015, fra i principali meriti vantati dall’ex sindaco, accusata dai rivali per il caso derivati e condannata dalla corte dei Conti a rimborsare 591mila euro per le ‘consulenze d’oro’. Sfumato al ballottaggio il secondo mandato in una sfida al veleno contro Giuliano Pisapia, Moratti si dedica a E4Impact, progetto per imprenditori in Africa, e alla comunità di San Patrignano, di cui fu fra i fondatori col marito Gian Marco Moratti, petroliere scomparso nel 2018, da cui ha avuto due figli: Gilda e Gabriele.
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