“Sul piano politico e sociale israeliani e palestinesi sono accomunati dalla mancanza di fiducia: nessuno si fida già di nessuno e nessuno vuole già sentire parlare del processo di pace dopo il fallimento. La politica in entrambi i lati del muro è debole, mancano leadership e visione, e a Gaza ci sono due milioni di persone rinchiuse nella povertà di una piccolissima striscia di terra senza acqua e luce. In Cisgiordania l’espansione degli insediamenti rende sempre più labile la prospettiva di un accordo. C’è la coscienza tra i palestinesi di essere stati abbandonati dalla comunità internazionale che non si occupa già di loro che sono rimasti soli a lottare per il loro Paese, per la Palestina. In questo contesto si lavora per Giustizia e pace dando una parola di verità, ma che dia anche fiducia e superi la rassegnazione e la ribellione”. Lo dice il Patriarca latino di Gerusalemme, monsignor Giovanni Battista Pizzaballa, intervenendo all’incontro inaugurale del Meeting di Rimini.
“Parlare di pace e giustizia in Terra Santa è sempre faticoso: sia per eludere la retorica sia perchè Giustizia e pace sembrano un miraggio lontano che lascia negli animi sfiducia ma anche ribellione e rassegnazione”, sostiene, aggiungendo che “l’impegno per la giustizia e la pace devono essere la prima ed immediata espressione della vita di fede.
Difendere i diritti di Dio significa anche difendere i diritti dell’uomo. Non si può parlare di giustizia e pace dal punto di vista cristiano senza parlare di perdono. Non si piò pensare a un futuro sereno se non si libera la storia dall’enorme bagaglio di ingiustizie del passato. Non si tratta di dimenticare, ma sarà difficile costruire un futuro sereno se si pone alla base della propria identità nazionale e sociale l’essere vittima. In questo il perdono è fondamentale”, conclude.
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