Giorgia Meloni si prepara ad affrontare la sua sfida forse più dura a livello internazionale: l’esordio a Bruxelles da premier.
Giovedì prossimo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, la riceverà a palazzo Berlaymont. Un incontro che per la nuova inquilina di Palazzo Chigi darà il via ai grandi vertici in giro per il mondo: dalla COP27 a Sharm El-Sheikh al G20 di Bali. Intanto, dopo il faccia a faccia a Roma con Emmanuel Macron, Meloni sente sia il cancelliere tedesco Olaf Scholz – a cui sottolinea l’urgenza di arrivare, quanto prima, a misure concrete contro il caro energia – sia il presidente Volodymir Zelensky che la invita a visitare l’Ucraina.
Da parte di Roma – la promessa – resta il pieno sostegno a Kiev a livello politico, economico, militare e umanitario. Nel colloquio con Scholz, la premessa è il riconoscimento degli “importanti passi avanti compiuti a livello europeo” ma, il messaggio del governo italiano è che per arginare il caro bollette e carburanti serve agire in fretta. La svolta decisiva sul price cap, infatti, non è ancora arrivata e a pesare sono state proprio le resistenze di Germania e Paesi Bassi. L’energia non è l’unico dossier sul tavolo: Meloni e Scholz parlano della forte partnership tra Roma e Berlino, dei flussi migratori, di crescita economica e Ucraina. Il conflitto con la Russia è al centro anche di una successiva telefonata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a cui Meloni rinnova il pieno sostegno del governo a Kiev nel quadro delle alleanze internazionali e per la futura ricostruzione. Nella conversazione viene, poi, affrontato il tema dell’integrazione dell’Ucraina nell’Ue e nella Nato e confermato l’impegno italiano per ogni sforzo diplomatico utile alla cessazione dell’aggressione di Mosca. L’auspicio finale è il rinnovo dell’intesa sull’esportazione del grano dai porti ucraini, fondamentale per scongiurare una possibile crisi alimentare.
La commissione europea è pronta a collaborare con il nuovo governo e “si aspetta una buona cooperazione” anche da parte dell’Italia “in vista delle molte sfide” all’orizzonte, in particolare sull’energia. “E’ molto simbolico che Meloni venga qui come prima uscita” rimarcano fonti europee ribadendo che da parte della commissione “non c’è alcun tipo di interferenza nei fatti interni agli stati membri” e che si guarda “non alle ideologie, ma alle azioni”. Meloni – che è anche presidente del Partito dei Conservatori e Riformisti Europei – non ha mai risparmiato critiche all’Ue, nemmeno di recente, quando è tornata sulla necessità di modificare alcune norme, a partire dal patto di stabilità. Ma è in particolare la questione degli aggiustamenti sul Pnrr, sottolineata dalla stessa premier, ad essere guardata con attenzione dalle parti di Palazzo Berlaymont. Perché il Pnrr – è il mantra della commissione – può essere cambiato ma in “casi eccezionali” e solo dopo una “valutazione rigorosa” dell’esecutivo. L’attesa dell’Ue sulle prime mosse della premier non riguarda solo il Recovery fund: anche il dossier migranti potrebbe essere foriero di tensioni. Giovedì a Bruxelles il primo incontro della premier sarà, alle 16, con la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola. Un faccia a faccia, sottolineano fonti dell’Eurocamera, a cui viene attribuita una particolare valenza politica poiché il Pe è l’unica istituzione europea eletta direttamente dai cittadini. A seguire Meloni vedrà von der Leyen e, alle 18.30, il presidente del consiglio europeo Charles Michel. Nella stessa giornata non può essere escluso un incontro anche con Jens Stoltenberg, compatibilmente con l’agenda del segretario generale della Nato (verso cui, comunque, i segnali di rassicurazioni da parte della leader di FdI sono stati continui, sin dalla campagna elettorale).
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