“Il mio augurio è che la “voce del Paese” possa sempre esprimersi in modo compiuto e trovare ascolto. A conferire autorevolezza sarà la capacità di tenere fede ai decisivi impegni assunti in questi tempi difficili. Punti fermi sono la garanzia dei diritti dei cittadini, che al Nord come nel Mezzogiorno, nelle città come nei paesi, nelle metropoli come nelle aree interne, devono poter vivere la piena validità dei principi costituzionali”. Sergio Mattarella parla all’Anci, l’associazione che riunisce i circa 9000 comuni italiani, e parla di Autonomia, pur senza mai citarla. Alla presenza dei sindaci, chiamati a raccolta a Bergamo per l’Assemblea nazionale dell’Anci, il presidente della Repubblica elenca più volte la “coesione nazionale”, richiama alla responsabilità e ricorda il “principio di uguaglianza” sancito dalla Costituzione, che vale, sottolinea, sia “per i cittadini che per i Comuni”. E lo fa di fronte al ministro per gli Affari regionali, quel Roberto Calderoli che si sta battendo per il progetto di Autonomia differenziata. Dall’Assemblea dell’Anci piovono applausi sin dall’inizio quando il capo dello Stato sembra subito prendere di petto l’argomento:
“i Comuni sono l’Italia. Sono la Repubblica, come recita l’art.114 della Costituzione. I quasi 9000 Comuni adempiono, con identica dignità e impegno, alla responsabilità di sostenere le nostre comunità, offrendo servizi di carattere universale. La Costituzione – ricorda – sancisce il principio di uguaglianza per i cittadini e, naturalmente, vale per i Comuni, che devono essere messi tutti in condizione di adempiere ai compiti loro affidati, per poter concorrere a realizzare il principio costituzionale della pari dignità dei cittadini”. Pari dignità da nord a sud, è il cuore del ragionamento del presidente che in mattinata si era soffermato sulla necessità di una forte coesione istituzionale del Paese anche in una materia più ampia come quella del welfare: che, per Mattarella, “è una colonna portante del nostro modello di convivenza e una misura della concreta attuazione dei principi della nostra Costituzione”. Bisogna quindi “riflettere sui modi in cui, nel contesto dei mutamenti indotti dall’evolvere dei processi produttivi e dall’evoluzione della struttura demografica del Paese, gli obiettivi di coesione possano essere resi sempre più raggiungibili, è opera preziosa”. L’atmosfera tra i sindaci è rilassata ma sul tema da giorni crescono le fibrillazioni con diversi governatori del sud pronti a fare le barricate per contrastare un progetto che potrebbe far aumentare il divario tra Nord e Mezzogiorno.
E il presidente cuce con attenzione ma mette alcuni paletti con un intervento tutto teso a rilanciare l’unità nazionale, la collaborazione tra sindaci, e quella tra i diversi livelli di governo. Una trama che per il presidente ha resistito benissimo alla pandemia e che nessuno deve oggi stracciare. Forse per questo Mattarella motiva i sindaci a lavorare insieme per il bene del Paese tenendosi lontani da fughe in solitaria: “E’ nella missione dei Sindaci essere portatori degli interessi generali del Paese. Occorre rifuggire la tentazione della chiusura nel ristretto orizzonte del proprio “particulare”. Non si farebbe neppure il bene della propria comunità immaginarlo contrapposto a quello delle comunità vicine o, addirittura, a quello della più ampia comunità nazionale”. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente dell’Anci Antonio Decaro il quale, ricordando come “l tema del regionalismo differenziato in queste settimane sia tornato a infuocare il dibattito politico”, chiede che l’obiettivo rimanga “il miglioramento del livello e della qualità dei servizi pubblici per tutti i cittadini italiani, nel tentativo di ridurre le distanze che ancora esistono fra varie zone del Paese”. Il capo dello Stato chiude quindi con una preoccupazione che diventa sempre più pressante nei suoi discorsi: l’attuazione del Pnrr, che “l’Italia non può eludere per colmare ritardi strutturali”.
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