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Manovra: opposizioni all'attacco. Il voto in Senato slitta a giovedì

La manovra sarà votata al Senato giovedì. “La conferenza dei capigruppo ha deliberato di all’unanimita di procedere mercoledì con la discussione generale e di aprire giovedì alle 9 la seduta con le dichiarazioni di voto, la successiva votazione per appello nominale e poi la votazione finale”, ha annunciato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, prima di sospendere nuovamente la seduta.

“C’è la calendarizzazione nella giornata di mercoledì 28 dicembre verosimilmente intorno alle 19-20 inizierà il voto finale“. Così il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani al termine della capigruppo di Palazzo Madama sulla calendarizzazione dei lavori sulla manovra. Il via libera alla legge di bilancio al Senato, come alla Camera, arriverà su un testo blindato dal voto di fiducia. “Mercoledì sera, 28 dicembre, l’Italia avrà una nuova legge di bilancio, in linea con i tempi” anche rispetto alle altre manovre”, ha sottolineato il ministro. 

Il governo porrà la fiducia sulla manovra all’esame del Senato mercoledì “a metà pomeriggio”, ha aggiunto Ciriani.

Proseguono intanto le critiche e le polemiche sulle misure. Per la Uil la flat tax è “sbagliata e incostituzionale”. Gli interventi sul fisco contenuti nella legge di bilancio approvata dalla Camera sono profondamente iniqui e ingiusti per i lavoratori dipendenti e pensionati, afferma il segretario confederale della Uil Domenico Proietti. “Non c’è – dice – un taglio significativo delle tasse per dipendenti e pensionati che sono i più fedeli contribuenti, mentre con la flat tax fino a 85.000 euro si premia ulteriormente il lavoro autonomo. La flat tax è una norma sbagliata e incostituzionale perché contraddice il principio della progressività espresso con chiarezza nella nostra Costituzione. La Uil chiede al Governo e al Parlamento di rimuovere questo grave vulnus”.

Per Simona Bonafè, vicepresidente dei deputati Pd, “il governo fa cassa su Opzione donna”. “Con questa Legge di Bilancio le donne non potranno più richiedere la pensione anticipata, a meno che non rientrino in categorie particolarmente restrittive. Il Partito Democratico ha tentato in ogni modo di cambiare questa norma iniqua e penalizzante perché le donne generalmente hanno carriere contributive più discontinue, ma il governo Meloni ha preferito utilizzare le risorse disponibili per azzerare le cartelle esattoriali a chi non ha pagato le tasse”, dice Bonafè a a “Radio anch’io” su Rai Radio 1.

Il capogruppo di Forza Italia alla Camera Alessandro Cattaneo difende la legge. “Della possibilità di cacciare i cinghiali in città è stata data una lettura ampiamente romanzata: non ci saranno battute da safari nelle strade cittadine. Piuttosto, si affronta un problema che è diventato rilevante, a danni dei campi e della viabilità. Capisco che si possa ironizzare, ma nella realtà si è voluta dare una risposta a una problematica sentita e diffusa”, dice a “L’aria che tira” su La7. Sul Pos osserva: “Incoraggiare i pagamenti digitali è un obiettivo condiviso, ma da liberali crediamo che l’approccio coercitivo, basato su sanzioni e multe, non sia quello giusto. Piuttosto è necessario rendere competitivo il sistema. Detto questo, di pos si è parlato fin troppo rispetto all’entità dell’iniziativa”.


Source: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/politica_rss.xml

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