“Abbiamo bisogno di un vero Congresso Costituente. Per questo vi chiedo di partecipare con passione e impegno, accanto ad altri che spero vorranno raggiungerci per fare insieme un percorso che, come proporrò alla Direzione convocata per la prossima settimana, dovrebbe essere articolato in quattro fasi”. Lo scrive il segretario del Pd Enrico Letta in una lettera agli iscritti dal titolo ‘sul Congresso Costituente del Nuovo PD. “Apertura, opposizione, nuova vita.”‘ “Contenuti forti e volti nuovi sono entrambi necessari – scrive ancora Letta – gli uni senza gli altri rischiano di trasformare il Congresso in un casting e in una messa in scena staccata dalla realtà e lontana dalle persone. Se non li bilanciamo con attenzione, ci trasformiamo definitivamente nelle maschere pirandelliane che evocai nel mio ormai lontano discorso del 14 marzo 2021”. “Contenuti forti e volti nuovi sono entrambi necessari. Gli uni senza gli altri rischiano di trasformare il Congresso in un casting e in una messa in scena staccata dalla realtà e lontana dalle persone. Se non li bilanciamo con attenzione, ci trasformiamo definitivamente nelle maschere pirandelliane che evocai nel mio ormai lontano discorso del 14 marzo 2021”. “Abbiamo perso. Ne usciamo con un risultato insufficiente, ma ne usciamo vivi. E sulle nostre spalle c’è oggi la responsabilità di organizzare un’opposizione seria alla destra”. “L’esito di queste elezioni è stato segnato dall’impossibilità – non torno qui sulle responsabilità – di presentarci con un quadro vasto di alleanze. La legge elettorale, profondamente sbagliata e che abbiamo provato invano a cambiare, favorisce chi le realizza”. Lo scrive Enrico Letta in una lettera agli iscritti. “La destra – sottolinea – pur con tutte le sue divisioni, si è coalizzata e ha prevalso nella stragrande maggioranza dei collegi uninominali, ottenendo così la maggioranza dei seggi in Parlamento. Ad essa non corrisponde una maggioranza nel Paese: ciò accresce il nostro dovere di organizzare una opposizione dura e intransigente sui valori e sulle politiche, sempre nell’interesse generale dell’Italia e delle istituzioni repubblicane”.
“Siamo elettrici ed elettori che – nella differenza delle proprie culture, storie politiche e civili – di fronte al risultato elettorale, sentono l’urgenza di incoraggiare un confronto aperto tra tutte le forze di sinistra e di progresso del Paese”. Si apre così la l’appello delle “personalità di campo progressista”, firmato, tra gli altri, da Rosy Bindi, Gad Lerner e Tomaso Montanari. “La sonora sconfitta delle forze democratiche – prosegue – ci accomuna tutti, compreso chi fosse tentato di consolarsi con il buon risultato della propria lista”. Nel comunicato si chiede una “radicale discontinuità” sia al Pd che al M5s. L’appello delle “personalità del campo progressista” comincia con una riflessione sul recente risultato elettorale. “È una sconfitta che ci impone di ascoltare le ragioni di quel terzo abbondante del Paese che non vota più e di interrogarci sulle ragioni dei tanti che non hanno votato la destra, ma neppure si sono riconosciuti nella proposta delle forze progressiste”. “Anche una pesante sconfitta – si aggiunge – può infatti risolversi in una opportunità, se non si reagisce negandone la portata o con meri aggiustamenti tattici”. Per una “radicale discontinuità” si fa appello al “confronto comune” a partire da “alcuni punti qualificanti”. Si comincia dal “riconoscere che è stato un errore presentarsi divisi di fronte a una destra unita”, al chiedere “al PD di risparmiare a sé stesso e al campo progressista il rituale di un’inconcludente resa dei conti interna”. L’inivto, però, è rivolto anche al M5s, a cui si domanda “di dimostrare che l’approdo a posizioni progressiste non è meramente tattico, ma l’epilogo di un definitivo chiarimento identitario”. L’urgenza dei firmatari è quella di aprire un “cantiere a tutti gli effetti nuovo” per “rompere gli odierni steccati inutilmente divisivi”.
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