Tra gli strascichi della dinamica creatasi con l’elezione del Presidente della Repubblica c’è la riapertura del dibattito sulla legge elettorale, fermo al 9 gennaio 2020, quando fu depositato in Commissione alla Camera il Germanicum, sostenuto dall’allora maggioranza giallo-rossa: si tratta di un proporzionale con soglia di sbarramento al 5%, che lo rende appunto simile al modello tedesco. Come sempre accade, il dibattito si articola tra due scelte di fondo, vale a dire proporzionale o maggioritario, benché le due impostazioni possono essere declinate in vari modi o anche miscelarsi, come per l’attuale legge, il Rosatellum. A favore del proporzionale sono M5s, Leu, e Coraggio Italia.
Nel Pd la maggior parte delle correnti sono a favore di tale modello, ma il segretario Letta si era dichiarato per il maggioritario; tuttavia da ieri si è detto disposto a ragionare su un nuovo impianto, a partire dall’eliminazione delle liste bloccate. Italia Viva è ancora in fase di definizione della posizione, visto che quando fu depositato il Germanicum, Renzi affermò di preferire un sistema che assicuri di conoscere il vincitore la sera stessa delle elezioni; ma di recente è sembrato aprire all’ipotesi proporzionalista. A dividere il campo dei proporzionalisti è la soglia di sbarramento, che M5s vuole sia “alla tedesca”, mentre gli altri la chiedono più bassa.
A favore nel maggioritario Giorgia Meloni e tutto Fdi, e finora anche la Lega, benché nel partito guidato da Matteo Salvini si stia aprendo un “partito” favorevole al proporzionale, perché eviterebbe contenziosi nella divisione dei collegi uninominali e consentirebbe comunque di tenere unito il centrodetrsa dopo le elezioni. In Forza Italia Berlusconi ha ribadito appena due settimane fa di prediligere il maggioritario, ma anche tra gli azzurri si sta facendo più forte la voce dei proporzionalisti.
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