“Stiamo lavorando alla dichiarazione di solidarietà tra gli stati membri: per ora abbiamo 13 Paesi che si dicono pronti subito ai ricollocamenti, con oltre 80mila ricollocamenti già concordati e altri pronti ad aiuti finanziari. Per me si tratta di un buon risultato”. Lo ha detto Ylva Johansson, commissaria europea per gli Affari interni alla riunione dei ministri dell’Interno europei a Praga, spiegando che i primi ricollocamenti avverranno già questo mese.
“Per anni non siamo riusciti a compiere passi avanti e ora, con la peggior crisi sui rifugiati dalla fine della seconda guerra mondiale, siamo arrivati a questo”, ha aggiunto. “L’idea è di vedere come procede la fase volontaria per poi arrivare al nuovo regolamento sull’immigrazione”.
Il numero dei rifugiati ucraini presenti all’interno dell’Unione Europea oscilla “tra i 3,2 e i 3,7 milioni“, ha affermato Johansson. L’incertezza è dovuta alle sovrapposizioni dei calcoli tra chi ha varcato la frontiera con l’Ue ma non ha richiesto la protezione temporanea e chi invece l’ha richiesta ma poi è rientrato in Ucraina. Se si guarda al numero dei rifugiati pro capite la Repubblica Ceca è in testa, seguita da Polonia e Lituania.
Johansson ha messo in guardia sul traffico d’armi: “Abbiamo alcune indicazioni che il traffico di armi è in corso ma, soprattutto, sappiamo per esperienza che il contrabbando avviene durante o dopo una guerra: ci sono molte armi in Ucraina e non tutte sono sempre nelle mani giuste”, ha sottolineato. “L’Onu ci ha avvertito che ci possono essere anche nuove rotte d’ingresso per il traffico di droga“. “Lanceremo un ‘security hub’ a Chisinau”, ha aggiunto.
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