(ANSA) – TERNI, 22 DIC – Coordinare e diffondere le
informazioni attraverso un format, tra l’attività delle forze
dell’ordine, la Procura e gli organi di informazione:
l’iniziativa, promossa dalla Procura generale presso la Corte
d’appello di Perugia e l’Osservatorio regionale
sull’informazione, è stata avviata nel corso di un vertice
presso la Procura della Repubblica di Terni.
All’incontro hanno preso parte il procuratore capo, Alberto
Liguori, il questore di Terni, Bruno Failla, i rappresentati
delle forze dell’ordine, il presidente dell’Ordine dei
Giornalisti dell’Umbria, Mino Lorusso, e i membri
dell’Osservatorio regionale.
“La Procura di Terni, in fase sperimentale – è detto in un
comunicato dell’Odg -, darà incarico a un referente interno
all’ufficio, di raccogliere e segnalare al procuratore le
notizie di reato provenienti dalla polizia giudiziaria e di
inoltrarle agli organi di informazione”.
“Si tratta – ha sottolineato Liguori – di superare le
criticità in materia di diritto di cronaca, affidando al
personale specializzato il compito di mediare tra la
riservatezza delle indagini, il diritto di cronaca e il
principio di innocenza”.
Il questore Failla ha ricordato che “la Polizia ha in organico
del personale specializzato in grado di gestire le informazioni,
a cominciare da quelle che riguardano la sicurezza del
territorio e che direttamente competono all’attività della
Questura”.
A partire dal prossimo gennaio, presso la Procura di Terni, si
riunirà un gruppo di lavoro formato da giornalisti,
rappresentanti della Procura e delle forze dell’ordine, con
l’obiettivo di individuare le modalità utili a veicolare, con
tempestività, le informazioni legate alla cronaca locale. “Credo
sia un ulteriore passo in avanti, dopo l’istituzione a Perugia
dell’Osservatorio regionale sull’informazione – ha osservato
Lorusso – per superare le difficoltà introdotte dal decreto
sulla cosiddetta ‘presunzione d’innocenza’. E’ la dimostrazione
che il senso di responsabilità e la buona volontà dei singoli
prevalgono rispetto alla logica di una norma, la cui
applicazione rigida rischia di penalizzare la sfera dei diritti
collettivi, senza riuscire a tutelare adeguatamente quelli
individuali”. (ANSA).
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