“Chi la dura la vice, centrodestra compatto come avevamo richiesto. Ora vediamo, ci sono gli ultimi passi, però la patrimoniale sulla casa e sui risparmi pare sventata”. Lo ha dichiarato all’ANSA il leader della Lega Matteo Salvini, dopo il vertice di centrodestra di governo sulla delega fiscale, spiegando che “sì”, la svolta è vicina.
Il vertice del centrodestra di governo, con i segretari dei partiti e i capigruppo, è stato convocato per lavorare a un testo che recepisca le modifiche tecniche chieste sulla delega fiscale e la riforma del catasto.
“Siamo ottimisti, già oggi ci sarà un accordo sulla riforma del catasto che faccia emergere il sommerso”. L’ha detto il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani al termine del vertice. E ha aggiunto che in giornata “una nostra delegazione andrà da Draghi a portare un documento” e che “sono convinto che si possa arrivare a una conclusione”.
“E’ dall’inizio della fondazione di Forza Italia – ha detto ancora Tajani – che difendiamo la casa. Anche oggi siamo riusciti a ottenere un risultato positivo. Siamo molto fiduciosi sul fatto che anche la riforma del catasto non conterrà alcun incremento della pressione fiscale. Abbiamo elaborato un testo che abbiamo presentato al governo e siamo ottimisti. Siamo convinti che già oggi si possa raggiungere un accordo”. E ha aggiunto: “È un passo avanti importante, ho parlato più volte con il presidente Draghi. Siamo veramente a un passo dalla svolta che rafforza il governo e conferma che Forza Italia, con tutto il centrodestra di governo, ha difeso il patrimonio degli italiani, ha tenuto fede agli impegni ed è la dimostrazione che FI, stando al governo, può impedire l’aumento della pressione fiscale”.
“È chiaro che dobbiamo inventarci una nuova politica dei redditi. È una fase in cui le forze politiche e le forze sociali, datori di lavoro e sindacati, devono trovare un punto di approccio comune, altrimenti è un grande problema sopratutto quando inizia un ciclo elettorale”. Lo afferma il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, all’evento del Messaggero ‘Nuovi scenari economici globali’.
“Le decisioni assunte prima della crisi impongono una riflessione circa dinamiche e tempi con cui dovrà avvenire la marcia verso la carbonizzazione, altrimenti settori industriali nella vecchia Europa rischiano la chiusura e non riaprono più”. “Siderurgia, cartiere, ceramica prima ancora della guerra avevano già di per sé una montagna da scalare”, spiega il ministro, ed è subentrato “l’impazzimento dei prezzi dell’energia che rende impraticabile e insostenibili i conti economici”.
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