“Rispetto alla scorsa volta siamo quasi tornati indietro”. È questa l’opinione dei deputati della Lega, Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli, dopo la riunione di maggioranza sulla delega fiscale in cui si è deciso di proseguire con incontri al Mef per trovare l’intesa sui temi principali del provvedimento. “Sembrava fosse stato fatto un passo in avanti ma su alcuni temi, come il regime forfettario, non è così”, hanno spiegato, convinti che l’esame in Aula sarà rinviato “di almeno una settimana”.
Sulla flat tax, hanno chiarito Bitonci e Gusmeroli, “noi lo scivolo non lo intendiamo come il Pd: deve essere un regime graduale con un’altra aliquota superiore al 15%, ad esempio del 20%, su una soglia su cui si può trattare, 75-85mila euro. Il Pd invece sostiene di far rientrare nel regime Irpef chi esce dal forfettario, studiando una detrazione”. La distanza con il Pd c’è anche su altri temi. “La ripartizione ai Comuni della quota della flat tax, per noi deve avvenire sulla base della residenza del soggetto, mentre il Pd è per la redistribuzione a pioggia”, hanno detto i leghisti, che chiedono “sicurezza sul fatto che la mensilizzazione degli acconti non ricada nella cashflow tax, il sistema di contabilità mensilizzato su cui sono contrari anche gli ordini professionali, perché penalizza professionisti e ditte individuali”.
“È stato accolto l’impianto del cashback fiscale come lo abbiamo proposto: il governo ha accolto lo spirito e la ratio della norma con l’erogazione diretta” delle detrazioni, “e c’è una proposta migliorativa di Leu su cui non poniamo alcun ostacolo”. Lo ha detto la deputata del M5s Vita Martinciglio, al termine della riunione di maggioranza con il governo sulla delega fiscale. “Sulla flat tax attendiamo una riformulazione più specifica sul regime transitorio, che indicativamente sarà biennale. Ma è uno dei nodi da sciogliere perché – ha aggiunto -condiziona l’impalcatura della legge delega che è a invarianza finanziaria”.
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