L’ennesimo audio choc con le parole di Silvio Berlusconi sull’Ucraina riaccende le mai sopite fibrillazioni dentro e fuori la maggioranza. Anche se l’iter per la formazione del Governo sembra andare avanti spedito. Già stasera dovrebbe uscire il calendario per le consultazioni, mentre il capogruppo di FdI, Francesco Lollobrigida, prevede che si possa votare la fiducia al nuovo Esecutivo entro martedì prossimo. Al Quirinale tutto è pronto per l’avvio dei colloqui del presidente della Repubblica Sergio Mattarella con i gruppi parlamentari e i leader dei partiti. Con l’elezione dei vicepresidenti, dei segretari e dei questori, infatti, le Camere sono di fatto formate. E si può pensare a dar vita al nuovo Governo.
L’intera giornata tra Camera e Senato viene dedicata proprio a questo, con le forze parlamentari che si confrontano per decidere a chi far coprire le ultime caselle mancanti. Nel centrodestra, le cose, stavolta, filano piuttosto lisce e si trova subito l’accordo, mentre nell’opposizione si registra lo strappo del Terzo Polo che non partecipa alle votazioni in nessun ramo del Parlamento perché, come spiegano Renzi e Calenda, il Pd e il M5S li avrebbero fatti fuori da ogni incarico. Come compenso, il capogruppo Richetti chiede per i parlamentari di Azione e IV la presidenza del Copasir o della Commissione di Vigilanza Rai. “Non sono Pd e M5S ad aver fatto fuori il terzo Polo ma gli elettori” ribattono i Dem che optano per Anna Rossomando e Maria Domenica Castellone per le vicepresidenze di Palazzo Madama.
Sul fronte politico, dopo le esternazioni di ieri di Silvio Berlusconi, che aveva raccontato di essersi riavvicinato a Putin, non si placa la polemica, nonostante i tentativi di FdI di ricompattare le fila. Guido Crosetto cita addirittura Khalil Gibran per dire che occorre avere “pazienza” per essere “felici dopo”, mentre il presidente del Senato Ignazio La Russa dice che se ognuno resta “nel rispetto delle proprie prerogative e dei propri ruoli” si arriverà presto ad “un governo forte”. E mentre Berlusconi continua il suo giro di incontri, ricevendo a pranzo Matteo Salvini e poi vedendo Carlo Nordio, che Giorgia Meloni vorrebbe al ministero della Giustizia, al posto della candidata di FI Elisabetta Casellati, a Bruxelles si alza la voce. Il capogruppo del PPE, al quale aderisce FI, Manfred Weber torna ad attaccare Putin che definisce “un criminale di guerra”, mentre il vice Paulo Ranghel precisa di avere comunque “fiducia assoluta in Tajani”, in pole per la Farnesina, che sa “impegnato a difendere i valori Ue”.
D’altro avviso Riho Terras (Ppe) secondo il quale “è ora che il veterano della politica Berlusconi si ritiri”. Anche i Dem continuano a puntare il dito contro il leader di FI con Enrico Letta che chiede a Meloni se non sia la maggioranza, e non le critiche dell’opposizione, a danneggiare l’Italia all’estero con le frasi del Cavaliere o con i ddl anti-abortisti presentati da Maurizio Gasparri.
Sempre sul fronte Esteri, oggi interviene anche Giorgia Meloni che ringrazia il presidente della Polonia Duda per le parole di apprezzamento espresse nei suoi confronti, convinta che “Italia e Polonia possano e debbano rafforzare la loro collaborazione per difendere insieme i comuni valori e la sicurezza europea”. Intanto, Mario Draghi viene ricevuto al Quirinale da Mattarella, insieme ad alcuni ex ministri, per un pranzo ufficiale anche in vista del Consiglio Ue e salutando i giornalisti dice che nei 20 mesi di Governo ha “imparato troppe cose” e di avere “la buona coscienza del lavoro fatto”.
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