“Oggi siete il contrario di quello che Draghi ha espresso come spirito repubblicano di serietà e concretezza, tutti e due, destra e sinistra, e rischiate di mandare il Paese in una tempesta perfetta”. Lo ha detto Carlo Calenda, questa mattina a Bologna, a margine della presentazione delle liste dei candidati in città del Terzo Polo. Il segretario di Azione è tornato sui contenuti del loro programma ribadendo che “ogni euro che c’è in più va messo in sanità e istruzione, ma tutto questo non importa a nessuno, perché quello che fa rumore è dire che ci sono i fascisti, ci sono i comunisti, da 30 anni va così e il Paese è declinato. E’ ora di dire basta”. Poi conclude: “il Terzo Polo è l’unico che sta proponendo cose fattibili nel solco dell’agenda Draghi, cercando di mantenere Draghi lì, perché altrimenti questo Paese verrà travoltò da uno tsunami finanziario e produttivo che non ha precedenti nella storia recente”.
“Bonaccini dice una cosa scorretta”, commenta così il segretario di Azione, Carlo Calenda, a margine della presentazione delle liste del Terzo Polo a Bologna, le recenti dichiarazioni del presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, rispetto alla partita elettorale sui collegi uninominali: “Calenda e Renzi sanno che negli uninominali non hanno alcuna possibilità di prevalere, in nessun collegio”, aveva detto Bonaccini. Calenda, invece, la pensa in modo opposto: “Letta ha già scelto di perdere gli uninominali e lo ha scelto consapevolmente – spiega – perché ha deciso che i 5 Stelle andavano bene in Sicilia, ma non andavano bene al nazionale, che però ci dovevano essere anche Fratoianni e Bonelli, che si firmava un patto con me e un patto opposto con loro”.
“Letta ha avuto la peggiore gestione politica di un segretario del Pd degli ultimi 30 anni e i collegi uninominali purtroppo se li sono andati a perdere”, ha detto Calenda. Ora, secondo Calenda, il Terzo Polo deve “far voltare pagina a questo Paese e ci saranno grandi sorprese, fermeremo la destra sul proporzionale al Senato, ma vinceremo molti collegi uninominali, passando da Bologna, Roma, Milano; le grandi città, vedrete, si sono rotte le scatole di un partito democratico che non fa altro che dire di votare contro la Meloni, è la solita corrida che vediamo negli ultimi 30 anni”.
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