ll centrodestra a guida Fratelli d’Italia vince le elezioni. La coalizione ottiene la maggioranza sia alla Camera che a Palazzo Madama. Netto il distacco del partito di Giorgia Meloni al 26% rispetto a Lega e Forza Italia, entrambi sotto la soglia del 10%. Un divario che almeno ufficialmente non preoccupa i diretti interessati sulla tenuta della coalizione: “Siamo sicuri di governare bene. Il buon governo sarà il miglior collante per il Centrodestra: vedo tempi sereni per la politica”, assicura Giovanni Donzelli responsabile organizzazione di Fdi. Parole a cui fa eco Maurizio Lupi: “Non c’è nessun rischio per la coalizione”.
Alla Camera Fratelli d’Italia è il partito più votato nella metà delle regioni del Paese, in particolare al Nord, mentre al Sud e nelle Isole quello con più preferenze è Movimento Cinque Stelle, con il Partito Democratico avanti nel centro Italia solo in Emilia Romagna e in Toscana. E’ quanto emerge dagli scrutini, con i dati ancora parziali ma quando manca ancora soltanto il 2% delle sezioni. Nello specifico, alla Camera FdI è il primo partito in dieci regioni (Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Trentino Alto Adige, Umbria e Veneto) mentre in altre sette (Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) il primato di voti va al M5s e in altre due al Pd (Emilia Romagna e Toscana). Infine in Valle d’Aosta all’Autonomie Progrès Fédéralisme. In tutte le regioni, laddove non è il primo partito, Fratelli d’Italia si piazza comunque al secondo posto: fa eccezione solo la Campania, con M5s primo partito e il Pd secondo. Nel dettaglio, in Basilicata M5s è il primo partito (24,75) e stacca di circa 6 punti FdI; in Calabria M5s (29,53) stacca di circa 10 punti FdI; in Campania 1 M5s (41,34) stacca di circa 27 punti il Pd secondo partito; in Campania 2 M5s (27,68) stacca di circa 6 punti FdI; in Emilia Romagna il Pd (28,25) stacca di circa 3 punti FdI; in Molise M5s (24,41) stacca di circa3 punti FdI; in Puglia M5s (27,97) stacca di circa 4 punti FdI; in Sardegna M5s (26,35), stacca di circa 3 punti FdI; in Sicilia 1 M5s (30,62) stacca di circa 13 punti FdI; in Sicilia 2 M5s (26), stacca di circa 6 punti FdI; in Toscana il Pd (26,41), stacca di circa un punto FdI; in Valle d’Aosta, Vallée d’Aoste – Autonomie Progrès Fédéralisme (38,63), stacca di circa 9 punti il partito formato dall’intera coalizione di Centrodestra.
L’attesa ora è per le dichiarazioni dei leader, tutte a metà mattina con eccezione di Meloni che invece dovrebbe parlare nel primo pomeriggio. Se il centrodestra esulta, nel centrosinistra inizia la resa dei conti. Il primo affondo lo lancia Simona Malpezzi capogruppo del Pd a palazzo Madama. La presidente dei senatori Dem riconosce la sconfitta ed ammette che “è come se la nostra proposta non sia stata accolta”, ma contemporaneamente accusa Giuseppe Conte ed il leader del Terzo Polo Carlo Calenda: “Conte non si chiede come si è comportato il 20 luglio quando ha mandato a casa Draghi. Sarebbe stata un’altra storia. Calenda ottiene un 7% che ha aiutato il centrodestra a portare a casa il risultato, una destra a trazione Meloni”. Calenda ammette il risultato non proprio soddisfacente: “L’obiettivo di fermare la destra e andare avanti con Draghi non è stato raggiunto – ragiona il leader di Azione – gli italiani hanno scelto di dare una solida maggioranza alla destra sovranista. Consideriamo questa prospettiva pericolosa e incerta. Vedremo se la Meloni sarà capace di governare”. L’ex ministro però rilancia subito il progetto messo in campo con Iv: “Abbiamo il compito di dare una rappresentanza stabile e organizzata all’Italia che cerca una politica seria. Con quasi l’8% dei consensi partiamo da solide basi”. Le percentuali raggiunte dal centrodestra hanno l’effetto di portare alla coalizione a guida Meloni un ricco bottino di seggi anche dalle sfide all’uninominale. Silvio Berlusconi tornerà a palazzo Madama dopo la vittoria del collegio a Monza, insieme ad Elisabetta Casellati che sbaraglia tutti in Basilicata. Isabella Rauti ha vinto la sfida contro Emanuele Fiano a Sesto San Giovanni. Mentre nel collegio di Roma centro Lavinia Mennunni trionfa su Emma Bonino
“Se saremo chiamati a governare la Nazione lo faremo per tutti, per unire un popolo esaltando ciò che unisce piuttosto che ciò che divide, dando agli italiani l’orgoglio di sventolare il Tricolore”. Accolta da un grande applauso, la leader di Fratelli d’Italia, parla da ‘premier in pectore’, facendo un discorso ecumenico e salutando i militanti raccolti nell’Hotel Parco dei Principi per la nottata elettorale.
Un “victory speech”, breve, decisamente sobrio, dai toni pacati, senza toni retoricamente trionfalistici: non più di 6 minuti, in cui Giorgia Meloni lancia un messaggio di pacificazione nazionale dopo una campagna elettorale spesso molto aggressiva. “E’ Il tempo in cui – esordisce – gli italiani potranno avere un governo che esce da una loro indicazione. E’ stata una campagna elettorale violenta, sopra le righe che noi abbiamo subito, ma la situazione dell’Italia, dell’Ue richiede ora il contributo di tutti”. Quindi, definisce questo storico trionfo elettorale “non un punto di arrivo ma di partenza”. “Da domani – assicura – dobbiamo dimostrare il nostro valore”. Ma non dimentica di inviare un messaggio emotivamente forte alla sua comunità, quella della destra italiana, che per la prima volta nella storia della Repubblica vince le elezioni. “Il fatto che Fdi sia primo partito – osserva – significa tante cose per tanti di noi: questa è sicuramente per tanti di noi una notte di orgoglio, di riscatto, di lacrime, abbracci, sogni per noi e per le persone che non ci sono e che meritavano di vederla”. Poi ringrazia gli alleati, “che non si sono mai risparmiati”, il suo staff, la sua famiglia, ma soprattutto gli italiani che non mai creduto alle mistificazioni”.
Meloni ringrazia Fdi: ‘Dati sempre per spacciati, ce l’abbiamo fatta’
Nel momento più felice della sua esperienza politica, Meloni chiude il suo intervento con una lode al valore della coerenza e della tenacia. Rivendica di “non aver mai mollato”. “Sin da quando siamo nati – sottolinea – ci hanno sempre dato per spacciati: ma anche quando eravamo sempre sulle stesse percentuali sapevamo che le scorciatoie in politica sono un’illusione e che gli italiani l’avrebbero capito”. E ribadisce che “nessuna scommessa è impossibile”. “Proprio per questo – conclude – vorrei citare una frase di San Francesco: ‘cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”.
Source: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/politica_rss.xml