Seggi elettorali aperti per il voto per le elezioni comunali e per i referendum. I municipi in cui si vota sono in tutto 971, per un numero complessivo di elettori che sfiora quota 9 milioni.
I COMUNI – Quando sono noti i dati relativi intorno a circa un terzo degli 818 comuni gestiti dal Viminale, l’affluenza alle urne alle ore 19 va collocandosi intorno al 41,71% (era stato del 45,39% alle precedenti omologhe, ma si era votato in due giorni).
I REFERENDUM – L’affluenza alle ore 19 per i referendum sulla giustizia sale al 14%, quando sono arrivati i dati di 7.604 su 7.903 comuni (quesito 1). Lo si rileva dal sito del ministero dell’Interno. Si vota soltanto oggi fino alle 23.
“Tutti gli elettori che alle ore 23 di questa domenica siano presenti nei locali del seggio o all’interno del plesso scolastico o altro fabbricato dove ha sede il seggio possono esercitare il proprio diritto di voto anche oltre le ore 23, fino a completamento delle operazioni di votazione di tutti i suddetti elettori”. Lo comunica il Viminale, in particolare in relazione a quanto avvenuto a Palermo.
“E’ gravissimo che a Palermo, senza alcun preavviso, un elevato numero di presidenti di seggio non si sia presentato per l’insediamento, ovvero abbia rinunciato all’incarico, ritardando l’avvio delle operazioni di voto. Un tale atteggiamento esprime una assoluta mancanza di rispetto per le Istituzioni e per i cittadini chiamati in questa giornata elettorale e referendaria ad esercitare un diritto costituzionale fondamentale per la vita democratica del Paese”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.
LA FOTODIRETTA
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha votato a Palermo, accompagnato dalla scorta, si è recato come di consueto nel seggio 535. Stamane a Palermo decine di seggi non sono ancora stati insediati o si sono aperti con ritardo a causa della rinuncia di numerosi presidente che il Comune sta cercando di sostituire per consentire il regolare svolgimento delle operazioni elettorali. In tarda mattinata si sono insediati gli ultimi 13 presidenti di sezione che erano mancati a causa di improvvise rinunce. Presto le operazioni di voto saranno regolari in tutte le 600 sezioni cittadine. Lo fanno sapere fonti del Viminale. I seggi non costituiti a Palermo per la rinuncia dei presidenti – e che non sono stati sostituiti – sono stati accorpati alle sezioni già operanti dove è in corso la votazione. E’ quanto si legge in una disposizione del Viminale, a firma del capo Dipartimento. A norma vigente non si possono cambiare gli orari di apertura dei seggi, operazione, spiegano fonti ministeriali, che si potrebbe fare soltanto emanando una nuova legge: tuttavia, nei seggi aperti in ritardo, gli elettori che si troveranno in fila alla chiusure dei seggi potranno votare oltre le 23. Viene ricordato il caso dell’election day del 13 maggio 2001, quando a causa di ritardi nelle votazioni si votò fino a notte fonda.
I comuni capoluogo sono 26, di cui quattro capoluoghi di regione. Si tratta di Alessandria, Asti, Cuneo, Como, Lodi, Monza, Belluno, Padova, Verona, Gorizia, GENOVA, La Spezia, Parma, Piacenza, Lucca, Pistoia, Frosinone, Rieti, Viterbo, L’AQUILA, Barletta, Taranto, CATANZARO, PALERMO, Messina e Oristano.
Dei capoluoghi di provincia al voto quattro sono commissariati: Barletta e Taranto in seguito a un voto di sfiducia, mentre Messina e Viterbo a causa delle dimissioni del sindaco. I quesiti referendari – su cui potranno esprimersi 50.915.402 elettori, di cui 4.735.783 all’estero – sono cinque e riguardano la separazione delle funzioni per i magistrati, la legge Severino, i limiti per la custodia cautelare, le regole per le candidature al Csm e le valutazioni dei magistrati.
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