E’ in corso a Palazzo Chigi la riunione presieduta dal presidente del Consiglio Mario Draghi con i capi delegazione delle forze politiche di maggioranza: i ministri Stefano Patuanelli, Giancarlo Giorgetti, Maria Stella Gelmini, Andrea Orlando, Elena Bonetti e Roberto Speranza. Sul tavolo, il caro bollette, tema all’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri, previsto per domani.
Nel corso della cabina di regia a Palazzo Chigi, in base a quanto si apprende, si è parlato anche delle ‘falle della maggioranza’, col governo che la notte scorsa è andato sotto quattro volte, in commissione alla Camera, durante l’esame delle modifiche al dl Milleproroghe. L’incontro è stata l’occasione per Draghi per chiedere un chiarimento sull’accaduto. Un Mario Draghi molto irritato, che ha chiesto ai capi delegazione se i loro partiti siano in grado di garantire i voti, la tenuta della maggioranza, perché ciò che è accaduto la notte scorsa col Milleproroghe, col governo che in commissione è andato sotto 4 volte, è un pessimo segnale e così il governo non può andare avanti. E’, secondo quanto si apprende da alcuni partecipanti alla riunione, il senso della ‘strigliata’ del premier.
Occorre garantite i voti in Parlamento sui provvedimenti che sono stati decisi in cdm o così non va. Mario Draghi va dritto al sodo parlando con i capi delegazione in una breve cabina di regia chiedendo con nettezza la garanzia di risultati fattivi e invitando tutti a valutare la situazione politica che si è creata anche dopo il voto parlamentare sul milleproroghe. I capidelegazione hanno tentato di derubricare a dinamica parlamentare – si racconta – quanto accaduto, ma il premier ha ribattuto con nettezza che si tratta invece di sostanza e merito politico. E al riguardo ha ricordato che il Capo dello Stato Mattarella lo ha voluto a capo del governo per fare determinate cose che devono essere portate avanti, come ad esempio la concorrenza, la giustizia, gli appalti . Draghi ha spiegato che non sfugge a nessuno il fatto che provvedimenti approvati all’unanimità in cdm poi vengano smentiti con atteggiamenti che negano l’unanimità iniziale. Bisogna quindi recuperare un rapporto politico -secondo il presidente del Consiglio – per concludere e ottenere risultati, tutto va tradotto in azione. Il presidente ha fatto l’esempio della delega fiscale: così non si può andare avanti, questo governo non esiste per stare al potere, non faccio buon viso a cattivo gioco – ha detto – sto qui per fare cose e per idealismo. La questione è politica e se non si riprende un percorso fattivo orientato ad ottenere i risultati, questa questione politica diventa un problema.
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