Nessun conflitto di interessi o incompatibilità per il ministro della Difesa, Guido Crosetto. A sostenerlo è lo stesso ministero, citando a supporto la legge 215 del 2004 (la cosiddetta Frattini), il decreto legislativo 165 del 2001 e due articoli del Codice dell’ordinamento militare. “Nessuno status di incompatibilità o di conflitto di interessi – per Palazzo Baracchini – è giuridicamente ipotizzabile nel momento in cui il Ministro non ha più cariche, proprietà aziendali o patrimoni personali che in qualsiasi modo possano entrare in rapporto con le attività di Ministero della difesa”.
Per niente convinto il deputato Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa verde, che definisce “di una gravità inaudita” la nota della Difesa. Le contestazioni a Crosetto partono fin da quando il suo nome viene letto dalla premier Giorgia Meloni nella lista dei ministri presentata al Quirinale.
L’ex parlamentare FdI sente il bisogno di precisare su twitter: “mi sono già dimesso da amministratore di ogni società privata (non ne ricopro di pubbliche) che (legittimamente) occupavo. Liquiderò ogni mia società (tutte legittime). Rinuncio al 90% del mio attuale reddito. Di fronte ad una chiamata ad un ruolo importante, in un momento molto difficile, ho messo da parte tutti i miei interessi e quelli dalla mia famiglia. Rinunciando a cose costruite in decenni”. In seguito, sempre con un tweet, ha informato di aver messo in moto i suoi legali: “sono certo che le condanne in sede civile e penale siano l’unico metodo che direttori, editori e giornalisti possano intendere, di fronte alla diffamazione”.
Non si fermano, però, articoli di stampa e critiche da politici.
Oltre a presiedere l’Aiad, la federazione delle Aziende Italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza, il ministro era anche presidente di Orizzonte sistemi navali spa, joint venture di Fincantieri e Leonardo (sul sito della società, peraltro, risulta tuttora in carica). Nella dichiarazione del 2018 alla Camera sulle cariche ricoperte, risultava anche senior advisor del ceo di Leonardo e advisor di Flt spa. Nel marzo 2019 si è dimesso da deputato per dedicarsi alla sua attività di imprenditore. Diventato ministro, ha mollato tutto, come spiega il ministero, evidenziando che “anche eventuali situazioni di conflitto antecedenti all’assunzione della carica non assumono alcun rilievo in quanto cessate all’atto dell’assunzione della carica stessa”. Peraltro, aggiunge, il ministro “non partecipa in alcun caso all’adozione di atti idonei ad incidere sul suo patrimonio o su quello del coniuge o dei parenti, in quanto del tutto privo di poteri e funzioni negoziali. Nel settore del procurement degli armamenti”, infatti, la competenza è del capo di Stato maggiore della Difesa e del Segretario generale della Difesa. Come presidente dell’Aiad, inoltre, “l’attuale Ministro ha perseguito obiettivi del tutto convergenti con quelli pubblici, rafforzando le capacità delle imprese e la conseguente competitività internazionale mediante la promozione dell’industria italiana della Difesa all’estero”, sottolinea il ministero, che trasmetterà la dichiarazione “sull’insussistenza di situazioni di conflitto previste dall’articolo 5 della legge 215”.
Non ci sta il verde Bonelli. “Che il ministero della difesa – osserva il deputato – mandi una nota con la quale esalta quanto nelle sue attività lavorative private Crosetto abbia perseguito gli interessi pubblici e rafforzato le imprese produttrici di armi, conferma la sconvenienza della nomina a ministro dello stesso. Sappiamo – prosegue – che a norma di legge non esiste un conflitto d’interessi ed è per questa ragione che abbiamo presentato un emendamento per modificare la legge Frattini. Chi ha fatto il lobbista per le industrie delle armi e guadagnando in questo modo milioni di euro non può fare ministro della Difesa”. Difende invece il ministro Salvatore Deidda, responsabile Difesa FdI: “Guido Crosetto è apprezzato e voluto da militari e non solo. Il fatto che lavorasse e guadagnasse legalmente e che abbia deciso di lasciare tutto per servire l’Italia, gli rende merito e gli fa onore”.
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