La ghigliottina è il traumatico espediente regolamentare in base a cui la presidenza della Camera può decidere di porre in votazione un decreto legge nell’imminenza della scadenza anche se non se ne è ancora esaurito l’esame ordinario: è la seconda volta ad accadere nella storia repubblicana.
Anche se più volte minacciata, la prima ghigliottina la mise Laura Boldrini, allora presidente della Camera, il 29 gennaio 2014 sul decreto legge Imu-Bankitalia, dopo l’ostruzionismo del M5S al provvedimento che aveva messo a rischio la conversione in legge
Fu durante la presidenza Violante che si pose il tema se – sui decreti legge – potesse configurarsi o meno il tema della “ghigliottina” distinto dal “contingentamento”. Ci si domandò, insomma, se, all’approssimarsi della scadenza dei 60 giorni (entro cui da Costituzione il decreto dovrebbe essere convertito) la Presidenza, a prescindere dal previo contingentamento della discussione, potesse mettere ai voti il disegno di legge di conversione. E la risposta che venne data, sia durante la presidenza Violante, sia durante quella di Casini, fu affermativa. Ma nessuno applicò mai la regola. Fino alla Boldrini.
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