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Bolsonaro, da ex militare a 'capitano del popolo'

di Leonardo Cioni

Da anonimo deputato federale (con pochi progetti di legge approvati in 27 anni di carriera politica condita da moltissime polemiche) a presidente del Brasile. E’ la traiettoria di Jair Messias Bolsonaro, amato e odiato con la stessa intensità, fuori e dentro il Paese, per le sue tesi e parole sempre sopra le righe.
    Anti-abortista, contrario all’identità di genere e alla legalizzazione delle droghe, difensore della famiglia ‘tradizionale’ e del possesso di armi da fuoco, l’ex capitano dell’esercito di 67 anni ha condotto la campagna elettorale al motto di ‘Dio, patria e famiglia’.

    Appoggiato dalla chiesa evangelica, dall’agrobusiness e dalla destra conservatrice, il paracadutista congedato delle Agulhas Negras è arrivato a palazzo Planalto il 1 gennaio 2019 dopo aver vinto al ballottaggio con il 55,1% dei voti validi le elezioni di ottobre 2018 come candidato del Partito social-liberale (Psl, di destra) contro il candidato del Partito dei lavoratori (Pt, di sinistra), Fernando Haddad.
    Il 6 settembre 2018, durante una tappa della sua campagna elettorale a Juiz de Fora, nello Stato di Minas Gerais, Bolsonaro ha rischiato di morire dopo una coltellata all’addome sferrata da uno squilibrato.

ù    Nato nel 1955 a Glicério, un piccolo comune nell’entroterra dello Stato di San Paolo, è stato deputato federale tra il 1991 e il 2018. Durante il suo mandato come parlamentare al Congresso di Brasilia si è fatto notare per le sue posizioni ultraconservatrici e per diverse controversie, tra cui l’opposizione al mondo Lgbt e la difesa della dittatura militare (1964-1985).
    Considerato un populista, le sue opinioni hanno spaccato i brasiliani, suscitando feroci critiche, soprattutto a sinistra, ma anche lodi sperticate da parte di molti che lo hanno ribattezzato ‘Mito’ e ‘Capitano del popolo’ per la dichiarata posizione anti-sistema e la capacità di radunare folle immense di sostenitori in cortei con i colori della bandiera nazionale.

    Tra le altre sue peculiarità, i raduni in moto che riuniscono migliaia di supporter.
    Il suo esecutivo si è caratterizzato, tra gli altri aspetti, per la forte presenza di ministri con un background militare. Le opposizioni lo hanno accusato di portare avanti una politica anti-ambientalista e contro le popolazioni indigene. Anche la sua risposta alla pandemia di coronavirus è stata criticata, tanto da essere additato come “negazionista” per la sua personale contrarietà ai vaccini. 


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