“Le forze americane difenderanno Taiwan se ci sarà un attacco senza precedenti“: in un’intervista al programma Cbs 60 Minutes, Joe Biden rilancia il suo impegno a proteggere l’isola rivendicata dalla Cina aggiungendo un altro dossier scottante alla vigilia di un’assemblea generale dell’Onu dove non mancano certo le tensioni, a partire da quelle per la guerra del Cremlino in Ucraina. Il presidente, che interverrà in aula mercoledì, non è sembrato aver dubbi perché quando gli è stato chiesto se questo significasse un intervento dell’esercito Usa nel caso di un’invasione dell’esercito cinese, a differenza di quanto avvenuto con l’attacco russo contro Kiev, ha risposto con un perentorio “Yes”.
E’ la terza volta nel giro di un anno che il presidente americano ribadisce questa posizione, prima lo scorso ottobre e poi in maggio. Ma questa è la sua affermazione più esplicita ed è difficile che Pechino la consideri una gaffe, nonostante le solite precisazioni della Casa Bianca per assicurare da parte Usa il rispetto della politica dell’Unica Cina, ossia che Washington riconosce solo Pechino e non Taipei. Principio peraltro ribadito nell’intervista dallo stesso Biden.
Tant’è che il Dragone ha puntualmente reagito. Il ministero degli Esteri cinese ha riferito che Pechino ha presentato “dure rimostranze” a Washington, riservandosi “di prendere tutte le misure necessarie”. “Le affermazioni degli Stati Uniti violano severamente l’importante impegno assunto di non sostenere l’indipendenza di Taiwan e inviano un segnale gravemente errato alle forze indipendentiste taiwanesi”, ha osservato la portavoce Mao Ning, attaccando anche Taipei per aver usato “a scopi politici” manifestazioni di cordoglio per la morte della regina Elisabetta.
Già in luglio, prima della controversa visita della speaker Nancy Pelosi che ha infiammato lo scontro tra le due potenze, il presidente cinese Xi Jinping aveva messo in guardia Biden a “non giocare col fuoco” su Taiwan, minacciando che “quelli che giocano col fuoco moriranno a causa del fuoco”.
Taipei naturalmente ringrazia ed esprime “sincera gratitudine” a Biden per aver “ribadito la solidissima promessa del governo americano per la sicurezza di Taiwan”. “Resisteremo all’espansione e all’aggressione autoritarie e approfondiremo la stretta partnership di sicurezza” con Washington e altri governi allineati sulla stessa posizione, ha fatto sapere la diplomazia dell’isola.
Il Taiwan Relations Act prevede che gli Usa abbiano relazioni diplomatiche e militari con Taipei e le garantiscano i mezzi per difendersi ma non indica se devono essere mandate forze militari americane in caso di necessità. Con la sua ultima uscita Biden rimette in discussione quella lunga “ambiguità strategica” che ha caratterizzato finora la posizione americana, tracciando una sorta di linea rossa (“un attacco senza precedenti”) che ora è costretto a rispettare per non minare la credibilità degli Stati Uniti e il loro effetto deterrente a livello globale. Una sfida che rimbomba al Palazzo di Vetro, dove però il test principale sarà misurare l’isolamento di Mosca nell’arena mondiale dopo il mancato invito ai funerali della regina e la freddezza di Cina e India al vertice di Samarcanda.
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