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Al seggio estero di Bologna faldoni da controllare uno a uno

“È andato tutto bene, ma il sistema è decisamente antiquato“. Così una scrutinatrice fuori dal seggio bolognese per la circoscrizione Estero a BolognaFiere, dove arrivano le schede elettorali provenienti da 17 paesi europei. È la prima volta che le schede elettorali dei quasi sei milioni di elettori italiani residenti all’estero vengono divise tra la sede centrale di Roma e altri uffici decentrati. Oltre a Bologna, che riceve parte delle schede della ripartizione a) Europa, anche Milano, Firenze e Napoli. “Abbiamo questi libroni – spiega Emanuele, scrutinatore, all’ANSA – per ogni seggio ne abbiamo una ventina grossi così. Dentro ci sono i nomi di chi ha votato”.

Ciascun plico contiene in ordine i nominativi dei residenti all’estero con diritto di voto. Quando arriva la scheda, che contiene solamente il codice identificativo dell’elettore e non il nome, come spiega Marta Gambino fuori dal padiglione 14 di BolognaFiere, il compito dello scrutinatore è di segnare che l’elettore o elettrice abbia votato correttamente o meno. “Di base quando apri la busta – spiega Marta – devi controllare su tutti i plichi”. “È un sistema molto antiquato – si lamenta fuori dal seggio un’altra scrutinatrice in pausa – siamo qua da oltre nove ore per 700 schede”. “Pensi – conclude – che si arriva anche fino a 900 buste. È stancante anche fisicamente”.
   


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