Bruxelles – In extremis, con un colpo di coda quasi inatteso, l’Ue ha rinunciato a includere una misura da diversi miliardi di euro nell’ottavo pacchetto di misure restrittive contro Mosca. Il commercio di diamanti grezzi con la Russia non è entrato alla fine nell’ultima tornata di sanzioni di Bruxelles, con il gigante russo dell’estrazione Alrosa risparmiato dalla lista delle entità colpite. Un’ennesima concessione, nei fatti, alle lobby della lavorazione dei diamanti belghe, che nella città portuale di Anversa hanno sede e da dove hanno continuato a picconare la proposta della Commissione Europea.
A spingere per l’esclusione di Alrosa dall’ottavo pacchetto di sanzioni è stata in particolare l’associazione di categoria Antwerp World Diamond Centre, che ha denunciato che un embargo totale ai diamanti grezzi dalla Russia potrebbe costare 10 mila posti di lavoro nella città fiamminga, centro dell’industria mondiale della lavorazione di questo prodotto. Se nelle precedenti tornate di sanzioni il governo belga è sempre riuscito a tutelare il comparto economico cruciale a livello nazionale, l’escalation della guerra in Ucraina ha reso sempre più insostenibile la posizione contraria di Bruxelles. Il commercio globale di diamanti grezzi della Russia è stimato dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti attorno ai 4,5 miliardi di euro nel 2021 (una delle prime dieci esportazioni non energetiche di Mosca, il 30 per cento in tutto il mondo) e la necessità di tagliare ogni ulteriore forma di finanziamento della macchina bellica del Cremlino ha fatto sì che la Commissione includesse anche il commercio dei diamanti grezzi nella proposta di ottavo pacchetto di sanzioni.
Nel corso delle trattative al Coreper (il Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio), è passata invece la linea morbida del Belgio, che ha spinto per non sganciarsi dal gigante russo dell’estrazione di diamanti e facendo leva sul timore che una misura restrittiva contro Alrosa possa colpire più l’economia e l’occupazione europea rispetto a quelle di Mosca. La marcia indietro segna una sconfitta in particolare per Stati baltici e Polonia, che avevano appoggiato un embargo totale sui diamanti, per cedere poi solo su un divieto per quelli non-industriali, ma – come riportano fonti diplomatiche – gli altri Paesi membri non hanno levato voci contrarie alla posizione del Belgio. Questa mattina è arrivata l’approvazione politica dell’ottavo pacchetto da parte degli ambasciatori dei 27 Paesi membri e ora, dopo la traduzione nelle lingue dell’Unione e la conclusione della procedura scritta, si attende per domani (giovedì 6 ottobre) la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e l’entrata in vigore delle misure restrittive.