Bruxelles – Un’accelerazione sulla strada che porta ad una (quasi) integrazione sempre più armonica di tre micro-Stati con l’Unione Europea. Il vicepresidente della Commissione UE per le Relazioni interistituzionali, Maroš Šefčovič, ha annunciato oggi (giovedì 30 giugno) la presentazione di una roadmap per arrivare alla firma entro la fine del 2023 degli Accordi di Associazione con la Repubblica di San Marino, il Principato di Andorra e il Principato di Monaco: “Potrebbe essere uno dei più ampi offerti dall’Unione a partner esterni”, ha sottolineato con forza Šefčovič, nel corso della conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri sammarinese, Luca Beccari, il segretario di Stato di Andorra per gli Affari europei, Landry Riba Mandicó, e il consigliere speciale monegasco per i negoziati con l’UE, Gilles Tonelli.
I negoziati per l’Accordo di Associazione sono iniziati nel marzo del 2015, ma con le conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina è stata riconosciuta la necessità di accelerare i tempi, per stringere i rapporti a ogni livello sul continente europeo: “Nell’attuale contesto geopolitico, in cui l’ordine basato sulle regole è sotto pressione, il rafforzamento dell’unità occidentale è il nostro imperativo morale“, ha esortato il vicepresidente della Commissione, ricordando che con i tre micro-Stati “condividiamo sia valori, sia sfide”. Se “restare uniti, promuovere i nostri legami e far progredire l’integrazione è la strada giusta da percorrere”, l’esecutivo comunitario vuole una tabella di marcia che rifletta “l’ambizione politica di concludere i negoziati” in 18 mesi.
Con questo obiettivo – per cui “è servito un lavoro di sette anni”, hanno ricordato tutti gli ospiti a Bruxelles – saranno incluse considerazioni specifiche e un calendario per ciascuno dei tre Paesi, che dovranno portare al rafforzamento delle relazioni con l’Unione, “anche attraverso l’integrazione nel Mercato Unico con le sue quattro libertà [libera circolazione di persone, merci, capitali e servizi, ndr]”, ha ricordato Šefčovič. “Si tratterà senza dubbio di un cambiamento significativo”, che potrà contare sullo “slancio” per l’approfondimento delle relazioni con i partner più stretti: “Il partenariato dell’UE con Andorra, Monaco e San Marino sarà il più profondo e speciale possibile“, ha promesso il vicepresidente della Commissione.
Lo stato attuale
Né San Marino né Andorra sono parte dell’accordo di Schengen (che prevede la libera circolazione delle persone tra Stati membri UE e l’abolizione delle frontiere comuni), tuttavia hanno un’unione doganale con l’Unione dal 1991: solo San Marino lo è anche per i prodotti agricoli (dal 2002). Andorra mantiene parte dei suoi controlli al confine, solamente in alcuni valichi di frontiera con la Spagna. Il Principato di Monaco attualmente ha una situazione ibrida, e applica alcune politiche dell’UE attraverso la relazione speciale che ha con la Francia: è membro di fatto di Schengen, mentre è a pieno titolo parte del territorio doganale dell’Unione.
Per quanto riguarda gli altri micro-Stati europei, il Liechtenstein è l’unico che è parte dello Spazio economico europeo e del Mercato Unico (dal primo maggio del 1995), mentre dal 19 dicembre del 2011 ha firmato gli accordi di Schengen. La Città del Vaticano è il più piccolo Stato riconosciuto al mondo e ha solamente il confine aperto con l’Italia. Tutti i micro-Stati (fatta eccezione per il Liechtenstein, che usa il franco svizzero) usano come moneta ufficiale l’euro e hanno il diritto di coniarne un numero limitato, perché viene riconosciuto loro l’aver utilizzato o essere stati legati a valute non più in circolazione di alcuni Paesi membri (lira per San Marino e Città del Vaticano, franco francese per Monaco, peseta spagnola e franco francese per Andorra). Da parte di Bruxelles non c’è l’interesse di integrare nessuno dei micro-Stati europei come Paese membro, dal momento in cui sarebbe eccessivamente complesso gestire questioni interne all’Unione (come le presidenze di turno del Consiglio dell’UE, o il diritto di veto degli Stati membri) per entità territoriali troppo limitate a livello di superficie e popolazione.