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Superbonus rimodulato e stop al bonus facciate, è polemica. Sindacati contro quota 102

Superbonus, pensioni, Reddito di cittadinanza e taglio delle tasse: si apre ufficialmente la battaglia sulla manovra.

L’invio all’Ue – e per conoscenza al Parlamento – del Documento programmatico di bilancio (Dpb), rivela alla maggioranza e alle parti sociali i contorni di una legge di bilancio da almeno 23 miliardi (ce ne sono 23,4 in deficit): tra le poste più cospicue, oltre agli 8 miliardi per il fisco, ci sono i 4,1 miliardi che vanno alla sanità, di cui 2 per l’acquisto di vaccini e medicine per il Covid e 2 miliardi contro il caro bollette. Lo spazio di manovra è enorme, ma lo sono anche gli appetiti. Perciò Mario Draghi, in Parlamento per un’informativa sul Consiglio Ue, viene sommerso di richieste di ampliare il Superbonus al 110%. Più fondi per tagliare le tasse, a discapito del Reddito, chiede Matteo Salvini a nome del centrodestra. Non “si svilisca” il Reddito, avverte Beppe Grillo. Ma le trattative forse più difficili, anche con le parti sociali, sono quelle che si annunciano sul meccanismo che sostituirà quota 100 per le pensioni e sulla riforma degli ammortizzatori sociali. Dovrebbe essere convocato per la prossima settimana il Consiglio dei ministri sulla legge di bilancio, che sarà probabilmente preceduto da nuove riunioni con i capidelegazione di maggioranza e con i sindacati.

Il tema spinoso è come superare quota 100, il meccanismo di pensionamento anticipato che anche l’Ocse torna a bocciare perché non sostenibile, facendo sì che il “passaggio al regime ordinario sia graduale ed equilibrato”. La proposta sul tavolo è “quota 102” nel 2022 e “quota 104” nel 2023. Ma non si esclude anche un sistema articolato su più anni. La Lega, che ha messo a verbale il suo dissenso in Cdm, punta a ottenere il meccanismo più ampio possibile, tutelando alcune categorie come i lavoratori precoci e le pmi. Il Pd con il ministro Andrea Orlando chiede di tutelare gli “usuranti” e le donne (ad ora è saltata anche Opzione donna, mentre sembra confermata l’Ape social). Dal governo non chiudono a meccanismi diversi da quello individuato, a una condizione: che siano sostenibili. Nel Dpb sono stanziati in deficit per il prossimo anno 600 milioni, ma i sindacati chiedono di più: una riforma organica. “Quota 102 è un po’ una presa in giro: noi abbiamo proposto una riforma vera del sistema e questa non lo è”, dichiara Maurizio Landini della Cgil. Per la Cisl il meccanismo individuato è “inaccettabile”, per la Uil “è una beffa”. Nell’attesa di aprire il tavolo sul taglio delle tasse, per capire come tagliare il cuneo fiscale, se incidere sull’Irpef o sui contributi, se toccare l’Irap (il governo avrebbe forti dubbi), i partiti si concentrano sui bonus edilizi. Il ministro Pd Dario Franceschini si batte contro l’eliminazione dell’incentivo al 90% per rifare le facciate. Il M5s batte sulle barricate per il “suo” Superbonus al 110%. La misura – sia pur non citata nel Dpb – è destinata ad essere confermata fino al 2023, ma solo per i condomini. Il ministro Stefano Patuanelli insiste perché sia estesa almeno a tutto il 2022 anche alle villette. “Il governo faccia di più”, insiste Giuseppe Conte. Insistono anche i piccoli comuni, con Antonio Decaro. Si vedrà. Di sicuro però la percentuale del rimborso dovrebbe calare progressivamente, al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025, secondo le ipotesi. Draghi rinvia le richieste che lo assalgono in Parlamento al tavolo adeguato: “ne parliamo in manovra”. Ma torna a insistere sui temi della transizione ecologica e digitale e sulle politiche attive del lavoro, sul fronte pubblico e privato, per evitare che la disoccupazione, mentre il mondo del lavoro cambia connotati, diventi “cronica”. E’ uno dei temi che interseca il Reddito di cittadinanza, che dovrebbe vedere controlli più stringenti e l’introduzione di un meccanismo di decalage dopo il rifiuto della seconda offerta di lavoro (ma il M5s chiede che l’importo cali solo dell’1%). Il M5s segna la sua trincea, con la richiesta di Grillo di non ridimensionare la misura, il centrodestra proverà a ridurre le risorse (8,8 miliardi di cui 800 milioni aggiuntivi). Quanto alla riforma degli ammortizzatori sociali, sono ad ora previsti 3 miliardi, ma Orlando assicura che ci saranno risorse sufficienti a coprire la cig per tutti. Il tema – sollevato dalle piccole imprese e dalla Lega – è come ridurre il costo per i piccoli e come intersecare la riforma con la Naspi. Nessuna traccia infine c’è ancora del cashback: Conte attende di capire se e come sarà rinnovata la sua misura, ad ora sospesa. Mentre ci saranno sei mesi in più per gli incentivi alle aggregazioni bancarie, con le Dta della “norma Mps”. 


Source: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/politica_rss.xml

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