Il voto per eleggere il presidente della Repubblica è segreto ed avviene “per schede”. Ma chi garantisce che il voto del “grande elettore” rimanga effettivamente segreto? Nel passato la politica ha studiato tanti stratagemmi tanto “artigianali” quando efficaci per rendere in qualche maniera riconoscibile durante lo spoglio, che è pubblico ed avviene in Aula a cura del presidente della Camera, il proprio voto, in modo da far capire che gli accordi presi tra i partiti siano stati effettivamente rispettati.
Tra questi, c’è la scelta di scrivere, ad esempio, il nome ed il cognome del candidato, in diverso ordine, o di limitarsi al solo cognome, eventualmente preceduto o seguito dall’iniziale del nome: uno stratagemma che consente di distinguere, e contare, almeno cinque “megagruppi” di elettori.
Ma nell’era dei social e dei cellulari equipaggiati con fotocamera chi garantisce che il “grande elettore”, dopo aver scritto sulla scheda il nome del proprio candidato nella corsa al Quirinale non la fotografi con il proprio smartphone, eventualmente per esibirla come “prova di fedeltà”? La domanda non trova risposta.
Anche perchè nessuno impedisce al parlamentare o al delegato regionale di portarsi il cellulare nel “catafalco”, una delle cabine per la votazione allestite tra il banco della presidenza e quelli del governo dove in teoria egli dovrebbe poter avere a disposizione soltanto la scheda e la matita messi a disposizione dall’amministrazione della Camera. Peraltro, in linea generale, deputati e senatori (e i grandi elettori per l’elezione del Capo dello Stato) possono avere addosso nelle sedi del Parlamento qualsiasi cosa tranne che le armi, unici oggetti assolutamente proibiti a tutti negli ‘Onorevoli Palazzi’. Per tutte le elezioni “normali”, al cittadino elettore è esplicitamente proibito dalla legge portare in cabina qualsiasi strumento atto a riprendere la scheda votata, compreso il cellulare che deve essere lasciato in consegna agli scrutatori del seggio prima di ricevere la scheda ed infilare la porta della cabina. Ma un divieto del genere non è attualmente previsto per le votazioni segrete per schede che si tengono nell’Aula di Montecitorio; a partire, appunto, da quella del presidente della Repubblica. Il tema non è stato segnalato ancora da nessuno: al fattore ‘hi-tech’ ancora nessuno ha ancora pensato.
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