Sono 170 le audizioni ‘ammesse’ sul disegno di legge contro l’omotransfobia, che è all’esame della commissione Giustizia del Senato. A presentare il calendario completo è stato il presidente della commissione, il leghista Andrea Ostellari (che è anche relatore del provvedimento), dopo aver accorpato alcune richieste anche per evitare sovrapposizioni. Inizialmente quelle proposte erano oltre 200, più della metà della Lega. Ostellari avrebbe proposto che si svolgano un giorno a settimana, indicativamente ogni martedì: immaginando una media di una decina di audizioni a giornata, servirebbero almeno 4 mesi per concludere il ciclo.
Tra le 170 audizioni ammesse ci sono nomi di giuristi, procuratori, avvocati, esponenti di chiese e movimenti di varie religioni, psicologi e psicoterapeuti, rappresentanti del mondo omosessuale, femministe, giornalisti. Per il mondo religioso si va da monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei a Riccardo di Segni dell’Unione delle comunità ebraiche in Italia, da Yassine Baradai, segretario nazionale dell’Unione delle comunità islamiche in Italia ad Alessandro Dini Ciacci, responsabile della chiesa dei mormoni. Altri previsti nel calendario sono Mauro Coruzzi in arte Platinette, il presidente facente funzioni della Calabria, Nino Spirli’, Rossana Dettori della segreteria nazionale della Cgil, Massimo Gandolfini del Family day, Cristina Gramolini di Arcilesbica, l’ex presidente di Arcigay nazionale Aurelio Mancuso, l’ex pm Carlo Nordio. Per l’Unione nazionale delle donne italiane sono previste la presidente Vittoria Tola e Pina Nuzzo, poi le femministe Monica Sargentini Ricci e Marina Terragni e il filosofo Stefano Zecchi.
“Chi ha paura del confronto? Noi no, e siamo pronti a discutere con lealtà di ddl Zan e della proposta del centrodestra, per tutelare tutte le vittime di discriminazioni e violenza. Giovedì iniziamo con le prime audizioni, che saranno 170 in tutto. Senza confronto non c’è democrazia”. Lo scrive su Facebook il leghista Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia del Senato e relatore del disegno di legge Zan.
“Le 170 audizioni disposte da Ostellari sul Ddl Zan non sono un approfondimento, sono una provocazione intollerabile. Non amo il muro contro muro, ma qui siamo alla presa in giro”. Lo scrive il deputato del Pd Filippo Sensi su Twitter.
“Sulla legge Zan il presidente Ostellari ha proposto 170 audizioni, nonostante avessimo chiesto una selezione che consentisse tempi rapidi. È evidente che il presidente ha come unica finalità quella di affossare la legge. Ha preso in ostaggio la commissione e sequestrato il ddl, impedendo la possibilità di votare e di discutere nascondendo fino a oggi le richieste di audizione. Credo che a questo punto si debbano riunire i presidenti dei gruppi favorevoli alla legge Zan per valutare come portare in Aula al più presto il ddl approvato alla Camera e denunciare le forzature regolamentari operate per impedire l’approvazione della legge”. Così su Facebook il senatore del Pd, Franco Mirabelli che fa parte della commissione Giustizia di Palazzo Madama che sta esaminando il disegno di legge contro l’omotransfobia.
“È chiaro che si tratta di puro boicottaggio. La Lega propone 170 audizioni in Commissione sul ddl Zan solo per allungare i tempi. Una provocazione irricevibile. Ora i gruppi favorevoli si accordino per portare in aula il ddl già approvato alla Camera”. Lo afferma Laura Boldrini, deputata del PD.
“170 audizioni, con il solo scopo di fare ostruzionismo e condannare la legge Zan a un percorso infinito, fino a quando sarà troppo tardi per approvarla: questo è lo spettacolo indegno che ci regala oggi la commissione Giustizia del Senato”. Così in una nota il segretario generale di Arcigay, Gabriele Piazzoni. “Leggendo l’elenco degli auditi, potremmo concludere, con amara ironia, che manca solo il mago Otelma. Possibile che il Senato debba prestare il fianco in questo modo alla ridicolizzazione delle istituzioni democratiche del nostro Paese?”, ha aggiunto rivolgendo inoltre un appello ai parlamentari: “Le forze politiche che hanno raggiunto il compromesso sul testo di legge approvato alla Camera devono sostenere la conclusione del percorso legislativo. Le recenti notizie che riportano un febbrile lavoro di Italia viva per raggiungere un nuovo compromesso ci preoccupano: proprio Italia viva ha giocato un ruolo di prima linea nel raggiungimento di una mediazione alla Camera e ha influenzato in maniera significativa i contenuti del testo approvato. Pertanto, non si capisce perché ora intenda rimettere in discussione tutto. Si vada in aula, si discuta e si voti, senza altri scambi sulle nostre vite. Per una volta abbiano i partiti, Iv inclusa, il coraggio di lasciare che sia l’aula a decidere se la legge deve o non deve essere approvata. Una legge manomessa e svuotata, che di contrasto all’omotransfobia ha solo il titolo, non serve a nessuno”, ha concluso.
“Per il M5s chiedere di esaminare il ddl Zan in Aula non e’ piu’ un’ipotesi da valutare ma una cosa da fare. E’ da un mese che abbiamo le firme pronte. Ho aspettato gli altri partiti di centrosinistra, adesso basta e attiviamo l’articolo 77 del regolamento del Senato. Ognuno si prenda le proprie responsabilità, non a parole. Ho raccolto l’adesione di Leu, spero vogliano firmare anche i colleghi del Pd, su Italia viva non saprei. Potremmo fare la richiesta già oggi”. Così la senatrice del M5s, Alessandra Maiorino sul ddl contro l’omotransfobia.
“Siamo disponibili a portare il provvedimento in Aula nel momento in cui il pallottoliere ci dà una maggioranza. Quindi ha fatto bene il senatore Mirabelli a proporre un confronto con i partiti che alla Camera hanno votato il ddl Zan, per capire se ci sono scostamenti di posizione. Sento ad esempio che Faraone dice ora cose diverse, ci spieghi su cosa ha cambiato idea”. Così la senatrice del Pd, Monica Cirinnà a proposito dello ‘sprint’ chiesto dal M5s per far approdare il ddl Zan nell’aula del Senato. E ha aggiunto: “Chi ha problemi parli, perché se si vuole portare in fondo la legge, servono certezze per non correre rischi con il voto alla cieca”. “Un calendario con 170 audizioni è una presa in giro. Questa è la commissione Giustizia non “casa Ostellari” – aveva commentato in precedenza la senatriced del Pd – Ormai il tentativo di affossare il testo in commissione è evidente, andiamo presto in aula senza relatore con la dichiarazione d’urgenza”.
“Mi sembra prematuro parlare dell’ipotesi di andare in aula, aspettiamo di vedere cosa succede in commissione. Intanto si inizia con il ciclo di audizioni. Non è che si può andare in aula perché sono in calendario 170 audizioni. Strada facendo diminuiranno, forse saranno una decina in meno”. A dirlo il senatore di Italia viva, Giuseppe Cucca uscendo dalla commissione Giustizia che sta esaminando il disegno di legge contro l’omotransfobia.
I vescovi italiani chiedono di evitare “forzature” con il disegno di legge Zan contro l’omofobia. “Ribadiamo come ci sia ancora tempo per un dialogo aperto per arrivare a una soluzione priva di ambiguità e di forzature legislative”, ha detto il Presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il cardinale. Gualtiero Bassetti, aprendo i lavori all’Assemblea generale in corso a Roma.
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