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Lo stato di emergenza, cos'è e cosa comporta

Lo stato di emergenza viene deliberato dal consiglio dei ministri su proposta del premier d’intesa con i governatori e i presidenti delle Province autonome interessate.

Viene disposto al verificarsi di eventi eccezionali, come terremoti alluvioni o come avvenuto in occasione del Covid-19. Tra le prime deliberazioni del CdM c’è quella di individuare le risorse finanziarie per l’avvio degli interventi più urgenti.

La durata dello stato di emergenza nazionale, come previsto dall’articolo 24 del decreto legislativo 1/2008, non può superare i 12 mesi ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi.

Alla scadenza, subentrano le amministrazioni e gli enti “ordinariamente competenti”. Con lo stato di emergenza vengono autorizzate anche le ordinanze di protezione civile in modo da poter agire con urgenza e con poteri straordinari per tutelare i cittadini. Si possono inoltre attuare interventi speciali con ordinanze in deroga alle disposizioni di legge, rispettando i principi generali dell’ordinamento giuridico.

Con la dichiarazione dello stato di emergenza, che attualmente scade il prossimo 31 luglio ed è prorogabile al massimo fino a gennaio 2022, vengono snellite le procedure di approvazione di leggi e decreti. Vengono anche disposte le misure sanitarie, come l’obbligo delle mascherine all’aperto o il distanziamento sociale, e incentivato il ricorso allo smart working per le aziende. Il governo, inoltre, può ricorrere agli ormai celebri Dpcm, decreti che non passano attraverso l’approvazione parlamentare. Nel caso in cui il prossimo 31 luglio non venisse prorogato lo stato di emergenza, terminerebbero le loro funzioni anche gli organismi creati per far fronte alla pandemia, ossia il commissario straordinario e il Comitato Tecnico Scientifico. Quest’ultimo è stato istituito il 5 febbraio 2020 con ordinanza del ministero della Salute e poi modificato, nella sua composizione, il 17 marzo 2021.

Attualmente è composto da 11 membri, con il ruolo di coordinatore affidato al presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, e quello di portavoce a Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità.

   


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