La prima settimana di lavoro per il premier Mario Draghi si apre all’insegna delle polemiche sulla chiusura degli impianti sciistici. Una scelta, fanno sapere da palazzo Chigi, messa nero su bianco dal ministro della Salute Roberto Speranza, ma condivisa dall’intero esecutivo.
La decisione, sottolineano le stesse fonti, rimanda ad una circolare del ministero in cui si evidenzia come la “preoccupazione per la diffusione del Covid e delle altre varianti abbia portato anche Francia e Germania ad adottare misure analoghe”. La “grana” dello sci rischia di innalzare le polemiche non solo all’interno dell’esecutivo, ma anche tra le forze della maggioranza. A chiedere “un cambio di metodo” ad esempio è il centrodestra che ritrova l’unità nel condannare la decisione di chiudere gli impianti “all’ultimo momento”. Matteo Salvini invita a mettere fine agli “allarmismi”, dice di avere “piena fiducia” nei ministri, ma chiede che si “cambi qualche tecnico. La comunità scientifica è piena di persone in gamba”. L’ex ministro dell’Interno invoca “maggiore condivisione” e promette poi un cambio di passo sulle politiche migratorie: “Ora che la Lega è in maggioranza dovranno cambiare”. Sul piede di guerra anche Forza Italia.
Antonio Tajani invita il governo ad “ascoltare il grido di dolore delle imprese adottando tutte le misure necessarie per risarcire un settore sull’orlo del collasso”. Il vice presidente di Fi torna anche a chiedere di sostituire il commissario all’emergenza Domenico Arcuri con Guido Bertolaso. Una bocciatura alle prime “mosse” dell’esecutivo arriva anche da Giorgia Meloni. La leader di Fratelli D’Italia alle 18 ha convocato la direzione del partito e nella sua relazione proporrà di votare no alla fiducia al nuovo governo. Il presidente del Consiglio è atteso a metà settimana in Parlamento (mercoledì in Senato e giovedì alla Camera) per chiedere il voto di fiducia, ma difficilmente prima di allora la squadra dell’esecutivo sarà completata con la nomina dei sottosegretari. Una partita attesa delle forze politiche, che non mancheranno di chiedere una rappresentanza adeguata anche nei ruoli di sottogoverno.
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