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Draghi prova sprint sulle nomine Rai ma è tensione tra i partiti

Indicare il nuovo amministratore delegato e il nuovo presidente già il 12 luglio, prima del voto del Parlamento sul Cda: è questa la mossa che il premier Mario Draghi potrebbe mettere in campo per sciogliere uno dei nodi politici più ostici , quello dei vertici di viale Mazzini. Ma la decisione a cui il premier sarebbe orientato non abbassa la tensione in maggioranza. Stando a quanto filtra da fonti parlamentari di primo piano, i partiti avrebbero poco gradito l’accelerazione: è una mossa che “innova” la legge, è stata una delle reazioni “a caldo” circolata in maggioranza. Il pressing, politicamente trasversale, su Palazzo Chigi sul dossier Rai nelle ultime settimane ha superato il livello di guardia. E il travaglio interno al M5S ha contribuito a un nuovo rinvio, al 14 luglio, del voto della Camera e del Senato sui componenti del nuovo Cda. Il governo a questo punto vuole consegnare al più presto una guida forte al servizio pubblico. Per il profilo di Ad si guarda innanzitutto al fattore “esperienza internazionale”. Due i nomi in pole, secondo le indiscrezioni filtrate in ambienti di maggioranza: quello di Matteo Maggiore, direttore della Comunicazione della Bei (da dove proviene l’attuale numero uno di Cdp, Dario Scannapieco) e quello di Giorgio Stock, ex presidente di Warner Media. Più defilata resisterebbe la candidatura dell’ex ad di Rcs e Gedi Laura Cioli. Sul fronte presidenza la stella polare, per Draghi – si ragiona sempre in ambienti della maggioranza – una delle stelle polari dovrebbe essere la parità di genere . Con un “ma”: il successore di Marcello Foa va votato dalla commissione di Vigilanza. E serve, quindi un accordo politico. I nomi che circolano al momento sono quelli di Patrizia Grieco (presidente Mps), di Beatrice Colletti (sponsorizzata dal M5S) e di Simona Agnes (gradita al centrodestra). Nella rosa di nomi al femminile cifrcola anche il nome di Alessandra perrazzelli, alto dirigente di Bankitalia, anche se più di una fonte di governo non la vede in partita. Sullo sfondo, al maschile, ci sono i nomi di Antonio Di Bella, per l’area di centrosinistra, e di Mauro Masi per il centrodestra. La situazione resta comunque fluida e anche il fatto che lunedì prossimo il governo indichi i nuovi vertici è tutt’altro che scontato


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