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Ddl, braccialetto elettronico a chi maltratta le donne

Sicurezza, protezione, prevenzione e sostegno economico alle vittime: sono i principali pilastri su cui si basa il pacchetto di misure sulla violenza contro le donne che, nella forma del disegno di legge, andrà domani in Consiglio dei ministri. Un articolato non ancora definito nei dettagli e oggetto di discussione anche in queste ore, almeno in alcuni suoi aspetti.
    Tra le misure al vaglio, in particolare, vi sarebbe anche la possibilità di procedere d’ufficio per determinate fattispecie che oggi prevedono la denuncia della vittima: si tratta dunque di avviare un’inchiesta senza querela, ma al momento questa norma – di cui pure si è parlato anche in occasione delle varie iniziative della giornata internazionale contro la violenza sulle donne – non compare nella bozza.
    Una delle misure che invece viene data per certa è l’applicazione del braccialetto elettronico agli uomini che maltrattano, molestano o perseguitano e, più in generale, un rafforzamento degli interventi cautelari nei loro confronti.
    Specularmente, sono previsti interventi volti a rafforzare la tutela delle donne che denunciano. Al provvedimento hanno lavorato in particolare le ministre dell’Interno e della Giustizia, Luciana Lamorgese e Marta Cartabia, insieme alle colleghe Gelmini, Carfagna, Bonetti e Stefani, ciascuna per il proprio ambito di competenza. “La gravità dei fatti chiamano le istituzioni a ripensare norme e procedure più adeguate, consapevoli che serve un approccio globale”, aveva detto la Guardasigilli nei giorni scorsi.
    Più nello specifico, il pacchetto di norme dovrebbe proporre interventi sul codice penale e di procedura penale per rafforzare gli strumenti di prevenzione, come l’ammonimento, sulla falsariga di quello che avviene per lo stalking. Si punta ad aumentare la pena e prevedere la procedibilità d’ufficio per le percosse e le lesioni quando il fatto è commesso nell’ambito della violenza domestica, in questo modo sarebbe possibile l’arresto obbligatorio in flagranza per i violenti. Si dovrebbe poi intervenire per rendere più effettivi l’obbligo di allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, accompagnandolo con il braccialetto elettronico e, nel caso in cui sia negato il consenso, disporre anche misure cautelari più afflittive. La delega penale ha previsto l’arresto in flagranza per chi viola il divieto di avvicinamento, ora si dovrebbe intervenire con misure cautelari per evitare che la persona arrestata sia rimessa in libertà in attesa di giudizio.  
   


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