(ANSA) – CAGLIARI, 20 MAG – La Corte costituzionale ha
bocciato un’altra delle leggi della Regione Sardegna impugnata
dal Governo. Si tratta di un provvedimento di fine febbraio 2020
sul Piano di utilizzo dei litorali. In particolare, la Consulta
ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 2 sul posizionamento
delle strutture amovibili a scopo turistico per tutto l’anno per
favorire la destagionalizzazione a condizione che l’operatore,
entro il 31 ottobre di ciascun anno, programmi e comunichi, ai
sensi dell’ordinanza balneare periodica, un minimo di 10 mesi di
operatività sui dodici mesi successivi. Secondo la Corte, la
Regione esorbiterebbe dagli spazi di competenza riservati
nell’art. 3 dello Statuto speciale, specie perché,
nell’esercizio delle sue competenze, dovrebbe osservare le norme
che lo Stato detta in materia di tutela del paesaggio e di
livelli essenziali delle prestazioni.
Per i giudici costituzionali “‘Il mantenimento delle opere
precarie in questione’ – come questa Corte ha già affermato –
non può certo avvenire ‘in mancanza della necessaria positiva
valutazione di compatibilità paesaggistica’ (sentenza n. 232 del
2008), potendosi determinare uno sfruttamento delle coste che
svilirebbe le loro bellezze naturali. È chiaro che, in assenza
del controllo periodico delle autorità paesaggistiche preposte
alla tutela del vincolo- scrive la Corte -, la legge regionale
che permette di posizionare, per tutto l’anno, le strutture
turistico-ricreative, può produrre un danneggiamento,
indiscriminato, del valore preminente connaturato al litus
maris”.
Altre censure sollevate dal Governo, sempre sul posizionamento
delle strutture turistiche amovibili sui litorali, sono invece
state respinte dalla Consulta. (ANSA).
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