Cento anni fa nasceva Luciano Lama, uomo politico e sindacalista, storico segretario generale della Cgil (sua la segreteria più lunga). Lama “ha contribuito in modo decisivo al mantenimento della pace sociale nel Paese, difendendo gli interessi dei lavoratori e opponendosi in modo fermo alla brutalità dell’estremismo”, scrive il presidente del Consiglio Mario Draghi letto dal segretario della Cgil Maurizio Landini in occasione dell’incontro a Palazzo Giustiniani. “A nome di tutto il Governo, voglio ricordare con commozione – afferma il premier – la figura di Luciano Lama in occasione del centenario dalla sua nascita. Partigiano, sindacalista e senatore della Repubblica, Lama è stato uno dei protagonisti dello sviluppo economico, sociale e civile dell’Italia. Uomo coerente e coraggioso, ha guidato la Confederazione Generale Italiana del Lavoro in anni terribili, in cui l’Italia era sconvolta dalla violenza e dal terrorismo”. “La sua azione incessante a difesa dei più deboli, la sua costante opera di mediazione e la sua convinta difesa della democrazia – conclude Draghi – hanno permesso al sindacato di acquisire un ruolo centrale nella modernizzazione del Paese e di rendere grande l’Italia”.
“Ricordare nel centesimo anniversario della nascita Luciano Lama – scrive il presidente della Repubblica in un messaggio al presidente della fondazione Di Vittorio Fulvio Fammoni – significa richiamare la figura di un leader tra i più prestigiosi del movimento sindacale italiano, un parlamentare autorevole, un sindaco amato dai suoi concittadini. L’apporto da lui recato alla storia delle nostre istituzioni, il lascito ideale e civile che ha contraddistinto la sua lezione di vita, sono un patrimonio prezioso per la coscienza civile della Repubblica“.
“Giovane partigiano – prosegue Mattarella – ha partecipato alla Liberazione dal nazifascismo. Nel sindacato si è battuto per i diritti del lavoro, per una società più equa e giusta, per la difesa delle istituzioni democratiche. Il sindacato, come più volte egli stesso ha sottolineato, è stato la sua scuola di vita e una scuola di democrazia. La sua azione è stata accompagnata da un alto senso di responsabilità nazionale, che lo ha accompagnato nelle battaglie sindacali e politiche, ponendo sempre a tema gli interessi generali del Paese”.
“Ha affrontato con forza tante contrattazioni sui salari e i diritti senza, tuttavia, esitare, quando la crisi economica impose scelte di moderazione, a stipulare un patto tra le forze produttive a sostegno del valore delle retribuzioni e dell’occupazione. Luciano Lama ha affrontato a viso aperto il terrorismo che cercava di mettere radici nelle fabbriche e nell’insediamento della sinistra. La sua fermezza ebbe per lui costi personali, che non esitò mai ad affrontare in nome di un bene comune superiore: la salvaguardia della democrazia e della Costituzione. Il suo nome, a buon diritto, è collocato tra artefici della democrazia Repubblicana”, conclude Mattarella.
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