“Crediamo che il Green pass per il personale scolastico sia un modo per tornare a scuola in sicurezza; sarà possibile anche presentare il tampone. Abbiamo inoltre un poderoso programma per intervenire sulle classi piu’ numerose, sostenere in particolare i ragazzi delle ultime classi nel recupero di apprendimenti, interventi per la messa in sicurezza delle aule e accordi per i trasporti. L’intervento è ampio”, ha detto a Unomattina il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
Arrivano le misure per far partire la scuola in presenza e sicurezza dal 1 settembre: dal Green Pass per il personale scolastico voluto dall’Esecutivo, al Piano scuola del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che ha ottenuto il via libera della Conferenza Unificata, al protocollo per la sicurezza al centro dell’incontro tra il ministero di viale Trastevere e i sindacati. “Quasi 2 miliardi sono stati previsti per la ripresa della scuola“, ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. In particolare il governo ha stanziato per gli Enti locali altri 200 milioni, che si aggiungono ai 70 già previsti con il Dl Sostegni bis, per interventi di edilizia leggera, affitti e noleggi di nuovi spazi e aule.
In classe andranno portate le mascherine ma l’obbligo di distanza di 1 metro andrà rispettata dove possibile. Il punto centrale, che sta a cuore a tutti, è la ripresa del nuovo anno scolastico in presenza: la chiusura sarà prevista solo in casi “eccezionali” di focolai o di rischio “particolarmente elevato” si legge nel provvedimento che introduce il Green pass obbligatorio per tutto il personale della scuola e dell’università. Un testo con misure stringenti, se è vero che prevede che il mancato rispetto delle disposizioni “è considerata assenza ingiustificata e, a decorrere dal quinto giorno di assenza, il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato”.
Il Green pass per la scuola è una misura non osteggiata dai sindacati ma neppure gradita: circa il 90%% del personale scolastico è già vaccinato e l’introduzione del Green pass non basterà, fanno notare le maggiori sigle sindacali, a scongiurare la didattica a distanza se non verranno assunte altre iniziative, dall’organico aggiuntivo, alla previsione di classi con un numero inferiore di alunni. Soprattutto il Green pass getterà sui dirigenti scolastici nuove incombenze: “penso, per esempio alla partita delle supplenze, bisognerà capire se i supplenti sono vaccinati o no o se hanno fatto un tampone di recente, rispettando al tempo stesso le graduatorie. Occorrerà aiutare le scuole in questa gestione o avranno complicazioni”, ragiona il segretario della Flc Cgil Francesco Sinopoli.
Anche per lo Snals di Elvira Serafini, il Piano Scuola “scarica le responsabilità sugli istituti”, dal momento che “prevede raccomandazioni ma poche indicazioni precise”. C’è chi, come il coordinatore della Gilda Rino Di Meglio, ritiene “illogico fissare l’obbligo vaccinale per il personale scolastico ma non per la ben più folta platea studentesca, considerato che, al contrario dell’ambito sanitario, sono gli studenti a costituire un potenziale veicolo di contagio per gli insegnanti e non viceversa”. L’ Anief si dice pronto allo sciopero sul Green pass; la Uil cerca soluzioni per i lavoratori fragili “che al momento sono scoperti e ci stanno rimettendo in termini di stipendio ridotto e rischio licenziamento”, come fa notare il segretario Pino Turi. Tra le forze politiche prevale infine, con qualche mal di pancia, la convinzione che sia un bene imporre il Green pass al mondo della scuola, ma ora bisogna correre per preparare il rientro, esortano tutti.
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