entro il 2050
(di Stefania De Francesco)
(ANSA) – ROMA, 23 GIU – Carenza d’acqua, malattie più
diffuse, calore insopportabile, raccolti scarsi e di bassissima
qualità, fame e malnutrizione, esodi dalle città inondate e dai
campi aridi, estinzione delle specie: la vita sulla Terra come
la conosciamo oggi sarà drasticamente trasformata dal
cambiamento climatico già quando i bambini nati nel 2021 avranno
30 anni o anche prima. E se “la vita sulla Terra può evolversi
in nuove specie, l’umanità non può fare altrettanto”. Le
conseguenze derivanti da “decenni di inquinamento sfrenato da
carbonio” sono inevitabili a breve termine, questa corsa “sta
accelerando e va fermata”.
Torna dopo 7 anni, aggiornato e più grave, l’allarme sugli
“impatti irreversibili” provocati dal riscaldamento della Terra.
Sono indiscrezioni, racchiuse in una bozza di 4mila pagine,
anticipate dall’Afp, a cui sta lavorando il gruppo
intergovernativo di scienziati delle Nazioni Unite esperti in
cambiamenti climatici (Ipcc). Il documento ufficiale sarà
diffuso a febbraio 2022, dopo l’approvazione dei governi dei 195
Paesi dell’Onu, a cui via via viene sottoposto per un esame e
una revisione e per orientare le decisioni politiche. Troppo
tardi, secondo alcuni scienziati, che ricordano altre occasioni
più vicine come i vertici delle Nazioni Unite di quest’anno su
clima, biodiversità e sistemi alimentari.
La bozza, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa
francese, avverte che “il peggio deve ancora arrivare” e colpirà
“la vita dei nostri figli e dei nostri nipoti più delle nostre”
si legge nel sommario. L’aumento del riscaldamento globale oltre
la soglia di 1,5-2 gradi centigradi (rispetto al periodo
preindustriale) fissata dall’accordo di Parigi sul clima ormai
nel 2015 avrebbe “impatti irreversibili sui sistemi umani ed
ecologici”: con +2 gradi circa 420 milioni di persone in più
sulla Terra dovranno affrontare “ondate di caldo estremo” e
potenzialmente letali, circa 350 milioni di persone in più che
vivono nelle aree urbane saranno esposte alla scarsità d’acqua a
causa di gravi siccità, fino a 80 milioni di persone in più nel
mondo rispetto ad oggi potrebbero soffrire la fame entro il 2050
e non più entro fine secolo.
Qualunque sia il tasso di riduzione delle emissioni di gas
serra, avvertono gli esperti, gli impatti devastanti del global
warming sulla natura e sull’umanità che da esso dipende
accelereranno e diventeranno “dolorosamente palpabili ben prima
del 2050”. I danni economici provocati dai disastri ambientali
sono enormi.
Ci sono almeno quattro conclusioni principali nella bozza
in cui si osserva che con +1,1 gradi Celsius di riscaldamento
registrato finora, il clima sta già cambiando e che anche un
+1,5 prolungato nel tempo ormai può essere letale per tanti
organismi, come le barriere coralline.
Gli scienziati ancora una volta sollecitano il contributo di
ciascun individuo, comunità, imprese, istituzioni e governi
lanciando l’appello a “ridefinire il nostro modo di vivere e di
consumare”. Il ripetersi di eventi estremi sono costati
all’agricoltura italiana tra siccità e alluvioni oltre 14
miliardi di euro in un decennio tra perdite della produzione
agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture
nelle campagne, afferma Coldiretti nel rilevare che
“l’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre
vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma
è anche il settore più impegnato per contrastarli”. (ANSA).
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