E’ considerata una delle più struggenti esecuzioni nella storia della musica recente: ‘Candle in the Wind’ riadattata e cantata da Elton John al pianoforte nell’abbazia di Westminster durante i funerali di Diana il 6 settembre 1997 dopo la morte della principessa del popolo avvenuta in un incidente automobilistico a Parigi. Grazie ai documenti pubblicati dai National Archives di Londra si vengono a sapere dettagli fondamentali su come fu convinta la regina Elisabetta, allora piuttosto restia di fronte alle richieste di violare il protocollo reale per le esequie della (ex) nuora ma poi costretta dalle circostanze e la volontà popolare a rivedere la sua posizione.
Nel caso della canzone pop eseguita nell’abbazia, sede delle incoronazioni dei sovrani d’Inghilterra e luogo di sepoltura per molti di loro, oltre a primi ministri, illustri poeti e artisti, fu lo stesso decano di Westminster a svolgere un ruolo cruciale di mediazione rivolgendosi direttamente a Buckingham Palace e superando le resistenze iniziali. Secondo infatti il reverendo Wesley Carr (scomparso nel 2017), invitare Elton John, grande amico della principessa, sarebbe stato un atto “creativo e generoso” nei confronti di milioni di persone che si sentivano “personalmente in lutto” per la morte di Lady D. Il suo ruolo fu fondamentale anche perché l’edificio di culto anglicano non è soggetto all’autorità diocesana ma dipende direttamente dalla monarchia britannica. Tuttavia i documenti indicano che era stato preparato anche un piano di riserva. La “seconda scelta”, come l’aveva definita Carr, era un assolo commovente suonato da un sassofonista.
Source: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/politica_rss.xml