Oggi agli Stati generali farà il suo esordio in pubblico Colao, che presenterà il suo piano. Seguiranno gli interventi dei sindacati e degli enti locali. I vertici Ue “hanno riconosciuto il ruolo centrale che l’Italia ha avuto in questa emergenza: siamo stati un esempio per l’Europa”, afferma intanto Conte. Salvini attacca il premier: “Non conosce vergogna”.
Meno di un mese per capire se l’endorsement arrivato sabato dai vertici europei si tradurrà in un Recovery Fund in linea con le attese. Giuseppe Conte, parallelamente alla settimana che vedrà gli Stati Generali entrare nel vivo, avrà occhi e orecchi anche su ciò che accade a Bruxelles. Il Consiglio Ue del 19 sarà solo interlocutorio ma il 9 luglio, in un nuovo vertice europeo, l’Italia punta a vedere almeno una bozza di intesa. E di lì in poi Conte sarà chiamato a decidere se e come interpellare il Parlamento sull’attivazione del Mes. Niente, al momento è scontato. Il fondo salva-Stati continua a turbare le notti del M5S e la guerra scoppiata tra Beppe Grillo, i governisti e Alessandro Di Battista rende qualsiasi esito un’incognita. C’è una coincidenza temporale, tuttavia, che potrebbe giocare a favore del capo del governo per sbloccare l’impasse: quella tra la decisione sul Mes e di quella, a fine giugno, su Autostrade. “Ragionevolmente in 15 giorni arriveremo ad una decisione”; spiega il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli. E, tra qualche membro della maggioranza, si fa strada l’ipotesi: che sulle concessioni ad Aspi il governo lasci maggiormente il campo alla linea del Movimento piegando, allo stesso tempo, la trincea pentastellata sul Mes. Si tratta, invero, solo di un’impressione che tuttavia chi, tra i membri del governo dei Cinque Stelle, ha avuto modo di parlare con i colleghi Dem, al momento non smentisce. Il premier, sul dossier Benetton, non ha mancato di mostrare il suo volto più duro e, anche sul Mes, fino a qualche giorno fa, non lesinava scetticismo. Se l’Italia fosse la sola al chiederlo Conte non darebbe il suo placet. Ma se fosse in compagnia il quadro cambierebbe. Fonti vicino al dossier spiegano come la Spagna, ad esempio, non abbia ancora deciso mentre il Portogallo ci sta pensando. Basteranno questi due Paesi a convincere Conte e soprattutto il M5S? Il premier cammina sui carboni ardenti. “Sul Mes è a rischio al stabilità del governo. Non può scaricare la decisione sui Cinque Stelle”, avverte un’autorevole fonte del Movimento. “Sono gli stessi funzionari Ue a sconsigliare il Mes”, aggiunge una fonte governativa pentastellata. E forse non è un caso che sabato sera, in tv, anche il titolare del Mef Roberto Gualtieri sia stato piuttosto prudente spiegando di voler prima attendere l’esito della trattativa sul Recovery Fund. “Dall’Ue è arrivata una sincera gratitudine, all’Italia è stato riconosciuto un ruolo centrale, siamo stati da esempio”, spiega il premier su Fb ricordando l’omaggio dei vertici europei arrivato all’inaugurazione degli Stati Generali. Un omaggio sul quale l’Italia punta molto nella trattativa. Ma i soldi del Mes – 37 miliardi, disponibili già a luglio – al governo farebbero comodo. Il premier è chiamato ad un’accelerazione che plachi il malcontento latente tra gli italiani per i ritardi burocratici e freni le spinte centripete nella maggioranza. Nell’invito protocollato per Villa Pamphilj il premier delinea gli assi del suo masterplan: digitalizzazione e innovazione; realizzazione di infrastrutture più sicure e efficienti; investimenti per la green economy; valorizzazione di turismo, arte e cultura; efficientamento della Pa; investimenti in ricerca e formazione; razionalizzazione dell’ordinamento giuridico; inclusione sociale e equità. Nei prossimi giorni arriveranno i primi provvedimenti. Il decreto semplificazioni,. innanzitutto. Ma anche una possibile “manovrina” di luglio, che punterà a mettere risorse su scuola, Comuni e sulla parte meno abbiente della piccola imprenditoria, legata soprattutto ad artigianato e turismo.
Oggi nel Casino del Bel Respiro, intanto, farà il suo esordio in pubblico Vittorio Colao che presenterà il suo piano. Poi toccherà a sindacati, Regioni e Anci entrare a Villa Pamphilj. Con le opposizioni, invece, resta il gelo. “Conte non conosce vergogna”, è la replica di Matteo Salvini all’appello del premier a Lega-Fdi e Fi alla moral suasion sui Paesi di Visegrad. Mentre Mariastella Gelmini chiede al governo chiarezza sul Mes. Eppure, da qui a domenica prossima tutto può accadere. Silente, invece, Giorgia Meloni. Da qui a domenica prossima, nel complicato rapporto tra Conte e il centrodestra, tutto può succedere.
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