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Scuola: slitta il vertice di governo.Tensione nella maggioranza

Slitta il vertice tra governo e maggioranza sulla scuola, che era in programma questa sera a Palazzo Chigi. Lo confermano diverse fonti di governo e di maggioranza, secondo le quali lo slittamento è dovuto al protrarsi del Cdm: la riunione tra il premier Giuseppe Conte, la ministra Lucia Azzolina e i rappresentanti della maggioranza (anche i capi delegazione, con i capigruppo) dovrebbe tenersi domani. Resta alta intanto la tensione nella maggioranza sul decreto scuola. Lo riferiscono diversi parlamentari, secondo i quali il dossier è assai spinoso, per le divisioni sul tema dei concorsi tra M5s da un lato e Pd e Leu dall’altro: la mediazione proposta dalla ministra, con una ‘clausola di annullamento’ legata alla risalita dei contagi, non sarebbe affatto blindata, per la contrarietà di diversi parlamentari Dem e Leu alla prova scritta a quiz. Il M5s avrebbe gradito assai poco, intanto, il sostegno dato dal capogruppo Pd Andrea Marcucci all’ipotesi di uno sciopero dei sindacati della scuola. Sarà il premier Conte, dicono diverse fonti, a dover mediare.

Il punto – Un miliardo per la gestione del rientro a scuola a settembre e quasi altri 500 milioni per device, protezioni, esami, edilizia e quant’altro: non mancano le risorse per la ripartenza dell’istruzione in Italia, con gli esami di maturità che si avvicinano e con i ministri Azzolina e Speranza al lavoro serrato con il Comitato tecnico-scientifico per il “rientro in sicurezza”. Ma con l’aumentare delle tensioni, il dossier scuola approda a Palazzo Chigi. Due i fronti. Il primo è quello del ritorno tra i banchi: “La riapertura a settembre sarà un passaggio fondamentale per il governo, dovremo impegnarci tutti insieme”, spiega un ministro, sottolineando che su questa prova, non facile, l’esecutivo si gioca una fetta importante di consenso. Il secondo, più immediato, è lo scontro in atto sui concorsi, che porta alla ministra Lucia Azzolina diverse critiche dai partiti di maggioranza. Tra i Dem tanti parlamentari l’accusano di agire da sola, senza condividere le scelte: qualche senatore vorrebbe forzare sul tema dei concorsi e di fatto – ma questa è una posizione molto minoritaria – “commissariare” la ministra dando più potere ai tecnici. Ma i ministri Pd intervengono a mediare, nel merito della norma che coinvolge decine di migliaia di precari, sulla quale è molto critica anche Leu, e soprattutto i sindacati già adombrano uno sciopero. Le posizioni, in questi giorni, sono rimaste distanti mentre i tempi sono sempre più stretti: il decreto scuola, all’esame del Senato, a fine mese deve passare all’esame della Camera ed essere varato definitivamente entro il 7 giugno.

Ma alla Flc Cgil, che si è detta pronta allo sciopero, non piace l’ipotesi avanzata da M5s che prevede una clausola di emergenza da far scattare per il concorso straordinario per i docenti precari della scuola. “Per noi esiste l’unica possibilità reale che è quella del concorso per titoli. Prima se ne prende atto e meglio è per la scuola”, dice all’ANSA il segretario della Federazione della conoscenza, Francesco Sinopoli. E per sabato prossimo alle 15,30 il comitato ‘Priorità alla scuola’ ha organizzato manifestazioni in piazza in 16 città – da Milano, a Roma, passando per Trapani e Firenze – per chiedere il rientro a scuola a settembre perché “la ‘didattica a distanza’ è la didattica dell’emergenza” e “non è possibile proporla come soluzione per il nuovo anno scolastico 20/21”. 


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