(ANSA) – CUNEO, 24 GEN – Una scritta antisemita è comparsa sulla porta di casa di Aldo Rolfi, figlio di Lidia, partigiana deportata a Ravensbruck nel 1944, una delle grandi voci dell’orrore dei lager. La scritta “Juden hier”, “qui ci sono ebrei”, come nelle città tedesche durante il nazismo, è comparsa nella notte appena trascorsa a Mondovì (Cuneo) sulla porta della casa dove la donna ha vissuto sino alla morte, nel 1996. La via dove sorge la casa è stata intitolata proprio alla Rolfi pochi anni fa.
I proprietari dell’abitazione hanno denunciato l’episodio ai carabinieri. Indaga anche la Digos di Cuneo. Dopo la deportazione Lidia Beccaria Rolfi lavorò per l’Istituto Storico per la Resistenza di Cuneo e per l’Associazione nazionale ex deportati. Nel ’78 scrisse ‘Le donne di Ravensbrück’, prima opera in italiano sulla deportazione femminile. Nel ’97 uscì (postumo) ‘Il futuro spezzato’, saggio sull’infanzia durante la dittatura, con l’introduzione di Primo Levi. La famiglia Rolfi non è di origine ebraica.
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