Sabato prossimo, 5 settembre, alle 10.00, nella basilica di Sant’Eugenio a Roma, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ordinerà 29 sacerdoti della prelatura dell’Opus Dei. I 29 candidati provengono da Italia, Spagna, Messico, Guatemala, Cile, Uruguay, Costa d’Avorio, Slovacchia, Argentina, Costa Rica, Olanda, Uganda, Perù. Pensando al suo futuro di sacerdote, l’italiano Giovanni Vassallo desidera “che in questi tempi di pandemia si sappia ‘stare’ con le persone”. Giovanni è nato a Palermo e, prima degli studi di teologia nella Pontificia Università della Santa Croce, ha frequentato i corsi di Filologia Classica all’Università La Sapienza di Roma. Per 10 anni ha fatto parte del gruppo direttivo della Residenza Universitaria Internazionale, nella quale vivono universitari di numerosi paesi; è stato anche professore di latino e letteratura in una scuola di Roma.
Tra gli ordinandi c’è Andrej Matis, 31 anni, che sarà il primo sacerdote della prelatura in Slovacchia. Prima di studiare teologia a Roma, era un musicista professionista e ha lavorato per alcuni anni come violinista del quartetto di musica da camera “Mucha”, col quale si è esibito in concerti in Svizzera, Repubblica Ceca, Italia, Polonia, Francia, Austria, Lussemburgo… “La bellezza può aprire le porte e mostrare il cammino”, spiega. Un altro è il giovane medico cileno Juan Esteban Ureta, di 37 anni, che ha lavorato come internista in un centro medico di Concepción. Afferma che ora, come sacerdote, è entusiasta di “poter essere strumento affinché a molte persone arrivi il perdono e la misericordia del Signore. Vorrei saper trasmettere la buona novella del Vangelo, che tutti siamo amati da Cristo”.
Tra i nuovi sacerdoti vi sono diversi africani, come l’ugandese Andrew Ekemu. Nato a Kapchorwa nel 1981, Andrew ha studiato veterinaria nella Makerere Unversity di Kampala. Ha lavorato per diversi anni nella vaccinazione di bovini contro la nagana (grave infezione dei bovini in molti paesi africani) e nelle terapie del marabú africano nel giardino zoologico nazionale dell’Uganda. Nei suoi studi di teologia precedenti l’ordinazione sacerdotale ha concluso la sua tesi dottorale su “La visione della storia nel libro del profeta Daniele”. In questo momento speciale, il messicano Roberto Vera ringrazia Dio per “la famiglia meravigliosa nella quale mi ha fatto nascere, nella quale ho imparato ad amarlo al di sopra di tutte le cose”. “Dio mi chiede ora di essere sacerdote per celebrare la messa, riconciliare attraverso la confessione, amministrare altri sacramenti, parlare di Gesù agli altri, fare compagnia a chi me lo chiede, e una lunga serie di eccetera. Si tratta di una missione molto grande”, afferma. Guillermo Bueno è nato a Siviglia (Spagna) nel 1983. Ingegnere delle Telecomunicazioni all’Università di Siviglia, si è specializzato nella Robotica e Automatica. Prima del sacerdozio, si è dedicato all’insegnamento e all’ingegneria, in particolare allo sviluppo di sistemi di identificazione biometrica. Nel 2013 si è trasferito a Roma per preparare la laurea e il dottorato in teologia morale all’Università della Santa Croce. “Io ho come esempio stupendo di sacerdote san Josemaría Escrivá – spiega -, un uomo che seppe darsi interamente a tutti, cercando di amare come Dio voleva chiunque incontrasse”.
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