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M5S, Grillo ringrazia Di Maio. Patuanelli: 'Nessuna ambizione a guidare il Movimento'

“Per aspera ad astra. Grazie Luigi per come hai gestito la situazione, per quello che hai fatto per il M5S e per quello che continuerai a fare. In alto i cuori!”, lo scrive Beppe Grillo in un tweet dedicato alle dimissioni di Luigi Di Maio.

Nel frattempo, Stefano Patuanelli, uno tra i nomi che compare in questi giorni nei rumors sulla successione a Di Maio, puntualizza: “Lo dico chiaramente, non ho nessuna ambizione a fare il capo politico del Movimento 5 Stelle in futuro e non ho nessuna ambizione a fare il capo delegazione adesso all’interno di questo governo”. “Io – ha precisato – continuo a fare il ministro con impegno perché sono consapevole dei miei limiti”.

Intanto, nel Movimento, al di là della calma apparente, infuria la battaglia. E il terreno è la direzione da imprimere al nuovo Movimento: se in un campo del centrosinistra o in una corsa solitaria.

Sarà uno dei temi centrali da qui al “congresso” di metà marzo. Ed è una battaglia che si incrocerà con quella sul format da dare alla leadership, se unica o collegiale.

Anche se, chi punta alla collegialità sembra andare incontro ad una sconfitta: “il capo politico sarà unico”, sottolineano i vertici del Movimento. Punto sul quale, tra l’altro, è sempre stato in linea anche il Garante. 

A Palazzo Madama, nelle stanze dei gruppi del M5S, il reggente Vito Crimi organizza una prima riunione con i facilitatori tematici. Crimi non si sta muovendo da solo. E’ un esponente della vecchia guardia, vicinissimo all’ala casaleggiana e anche a Grillo. Luigi Di Maio, raccontano, lo aveva informato da tempo della scelta di lasciare. Il tema, dalle parti dell’ex comico, è un altro: perché se Grillo, sin dall’estate scorsa, spinge per un dialogo organico con i Dem i vertici dei Cinque Stelle, oltre a Di Maio e allo stesso Casaleggio, non la pensano così. “Da soli togliamo voti alla Lega”, è la linea che emerge anche in vista delle Regionali di domenica.

Intanto, la convinzione che serpeggia tra molti eletti è che l’addio di Di Maio sia solo un arrivederci. E l’ex capo politico si tuffa subito in una campagna elettorale che lui stesso non aveva voluto e, in fondo, parlando a quegli attivisti che potrebbero essere decisivi nel voto sulla leadership che ci sarà dopo gli Stati Generali. E poi, a testimoniare che lo status quo del Movimento non abbia subito traumi ci sono lo Statuto dei Cinque Stelle e la detenzione del simbolo, che resta nell’alveo dell’Associazione M5S, il cui rappresentante legale è il capo politico, ovvero Vito Crimi.

La sensazione è che si riproporrà la dicotomia tra “ex” dimaiani e ortodossi. Con i secondi che spingono per una leadership collegiale ma che difficilmente saranno accontentati. L’idea sarebbe quella di mantenere una figura unica come leader, rafforzando il “team del futuro” (con eventuali avvicendamenti) e rendendolo, di fatto, una segreteria. Ma chi potrà votare la nuova leadership? Chi avrà diritto a partecipare agli Stati generali? Già su queste domande, le tensioni interne non mancheranno. Senza contare la corsa alla successione.

L’idea del ritorno in campo di Alessandro Di Battista si fa di ora in ora più concreta. Il “Dibba” – che Di Maio, spiegano dal suo staff, non ha mai attaccato nel suo discorso – ha il consenso della base, piace a chi vuole un M5S come terza via e una sua discesa in campo potrebbe innescare il ritiro di eventuali “big” concorrenti.

Restano dubbi sulla voglia che l’ex deputato abbia di fare il “Di Maio”, con tutti i pro e i contro. Così, ecco già circolare i possibili nomi alternativi. Da Paola Taverna a Stefano Buffagni fino a Stefano Patuanelli (con effetti potenzialmente stabilizzatori per il governo) e Chiara Appendino.

Il nodo dell’alleanza con il Pd sarà sciolto prima degli Stati Generali. In Campania l’ipotesi di correre con i Dem esiste, ma solo senza Vincenzo De Luca. In Liguria e Puglia a vincere le “regionarie” sono Alice Salvatore e Antonella Laricchia, non certo sostenitrici filo-Dem. E una vittoria della Lega in Emilia-Romagna farebbe da pietra tombale alle aspirazione di chi vorrebbe un campo allargato Pd-M5S. nel frattempo, a ore, arriveranno le sanzioni dei probiviri sui rimborsi: poche espulsioni (meno di 5) ma provvedimenti disciplinari comunque durissimi.
   


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