Su come riprenderà la scuola a settembre è aperto il confronto nella maggioranza. Il premier Conte lavora a una mediazione in vista di un vertice che sia risolutivo. Tra Pd e M5s le parti sono distanti, in particolare sul concorso straordinario per 25mila nuovi insegnanti per i precari da almeno tre anni. Ieri le manifestazioni in 19 città per chiedere che da settembre si ‘torni tutti in classe’.
Il punto – Sono ore decisive per una possibile intesa sul nodo scuola. Giuseppe Conte lavora sotterraneamente alla mediazione in vista del vertice che il capo del governo vuole sia risolutivo. A frenare la mediazione però è il clima di nuova tensione che sembra emergere tra Pd e M5S. Tanti i fronti di possibile scontro tornati a galla, da Atlantia al codice appalti, fino alla possibile ricandidatura di Virginia Raggi a sindaco di Roma. Sul nodo della scuola – in particolare del concorso straordinario per 25mila nuovi insegnanti per i precari da almeno tre anni – le parti restano distanti. La linea del M5S è definita come “ferma”, quella del Pd è chiaramente fotografata dagli emendamenti presentati al decreti. “Per noi bisogna valorizzare immediatamente il patrimonio di conoscenze dei precari ed inserire il primo settembre 40.000 insegnanti, non rinunciando al merito ed alla selezione con una prova vera a fine anno scolastico”, spiega il capogruppo dei senatori Pd Andrea Marcucci tornando a bocciare il quiz a crocette che vuole il Movimento e aspettando una “giusta mediazione” da Conte.
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