Nel momento in cui dal Nord arrivano segnali incoraggianti con il totale dei contagi in calo, la ‘bomba Coronavirus’ rischia di deflagrare al Sud. A preoccupare non sono tanto gli attuali numeri, ancora molto lontani da quelli della Lombardia e delle altre regioni più colpite dal virus, quanto la capacità delle strutture sanitarie del Mezzogiorno di tenere botta a un’ondata di casi che potrebbe arrivare nei prossimi giorni, quando gli esperti ritengono che il Sud possa pagare dazio alla discesa nelle ultime due settimane di decine di migliaia di persone di ritorno dal Nord.
Soprattutto perché – è la denuncia dei governatori di Campania e Puglia – da Roma non sarebbero ancora arrivati i dispositivi sanitari necessari per non combattere a mani nude contro il virus.
Va in questa direzione il grido d’allarme lanciato dal governatore campano De Luca che ha scritto al premier Conte: “Il richiamo a numeri più contenuti di contagio al Nord – sottolinea – rischia di cancellare del tutto il fatto che non solo la crisi non è in via di soluzione, ma che al Sud sta per esplodere in maniera drammatica. I prossimi dieci giorni saranno da noi un inferno. Siamo alla vigilia di una espansione gravissima del contagio, al limite del sostenibile“.
E giù con i dati: “Zero ventilatori polmonari; zero mascherine P3; zero dispositivi medici di protezione. A fronte di un impegno ad inviare in una prima fase 225 ventilatori sui 400 richiesti, e 621 caschi C-PAP, non è arrivato nulla“.
Dalla Campania alla Puglia, da De Luca a Emiliano, il leit motiv è lo stesso: “Ho chiesto al governo di avere con urgenza forniture di Dpi, dispositivi di protezione e anche di reagenti per aumentare i tamponi in laboratorio” scrive sulla sua pagina Facebook il governatore pugliese. “Ora anche qui in Puglia abbiamo bisogno della nostra parte e ho dovuto dirglielo con fermezza”, aggiunge. La Puglia ha chiesto anche 220 ventilatori e monitor ricevendone solamente nove.
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