Quando le lacrime fanno capolino in politica. La ministra per le Politiche Agricole,Teresa Bellanova, durante la conferenza stampa per il varo del tanto atteso decreto Rilancio, si è commossa illustrando la norma da lei fortemente voluta sulla regolarizzazione dei migranti. “Se penso alla mia storia, alla mia vita – ha detto -, questo è per me un risultato straordinario. Sono state giornate lunghe, faticose ed emotivamente impegnative. Da oggi gli invisibili saranno meno invisibili. Lo Stato è più forte del caporalato”.
Dl rilancio, le lacrime della Bellanova: “Da oggi gli invisibili lo saranno meno”
Ma, le lacrime, non riuscì a trattenerle, nell’ormai lontano dicembre del 2011, neanche Elsa Fornero, ministro del Welfare, mentre in diretta tv, insieme alla squadra del governo Monti, illustrava nel dettaglio agli italiani quali e quanti sacrifici li attendevano con la manovra appena varata per far uscire il Paese dalla crisi. Fu proprio la parola sacrificio a rimanerle bloccata in gola, impedendole di proseguire la frase che stava pronunciando. Una reazione emotiva dovuta alla portata e al peso delle comunicazioni per milioni di cittadini. Le lacrime arrivarono a sorpresa in una conferenza stampa affollatissima, con giornalisti italiani e stranieri.
La Fornero era giunta quasi alla fine della sua esposizione. ”Ultima cosa, forse la più dolorosa – comincia a dire nella sua conclusione -. I vincoli finanziari oggi sono severissimi: nessuna riforma nell’anno della sua introduzione dà risparmi. E’ un meccanismo lungo tra le generazioni. E allora abbiamo dovuto, e ci è costato anche psicologicamente, chiedere un sacr…”. Il ministro non termina la frase che si riferiva al blocco della perequazione delle pensioni al caro-vita. In soccorso interviene lo stesso premier Monti che, togliendola dall’imbarazzo, prende la parola per proseguire l’illustrazione delle misure previdenziali previste dalla manovra. ”Credo che stesse per dire: sacrifici”, dice l’allora presidente del Consiglio.
Poi ci sono le lacrime di una leader iperefficiente e dal sangue freddo come Hillary Clinton quando, durante le primarie del 2008, sfidante di Barack Obama, perse l’aplomb del robot e cedette al pianto. Era un momento difficile della sua campagna elettorale, ma a farla crollare fu una domanda piuttosto banale di un’ elettrice indecisa che le chiese: ”Come fa ad essere sempre in ordine? Chi e’ il suo parrucchiere?”. E lei con gli occhi lucidi rispose: ”Alcuni credono che le elezioni siano un gioco, di sondaggi su chi sta sopra e chi sta sotto, ma c’e’ il nostro paese in gioco, il futuro dei nostri figli e lo facciamo perché abbiamo a cuore la patria”. Sovvertendo tutti i pronostici della vigilia, la Clinton vinse le primarie del New Hampshire. Si parlò, allora, di ‘effetto lacrime’.
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