Battere le diseguaglianze, promuovere il ‘Green Deal’, realizzare la Web tax e la riforma di Dublino sui migranti. Parte da questi temi il programma europeo che il neocommissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, descrive in un’intervista in apertura di prima pagina con il direttore de La Stampa. Dopo 14 mesi di governo giallo-verde, secondo Gentiloni l’Italia ricomincia in Europa “dal ruolo che normalmente deve avere uno dei tre grandi Paesi fondatori e delle tre grandi economie europee”. E aggiunge: “È importante che questo nuovo inizio sia un messaggio ai cittadini italiani affinché si diffonda l’idea che l’Europa non è il nostro problema ma è il nostro unico futuro”.
Sulla situazione economica generale, Gentiloni non parla di recessione ma spiega che in singoli Paesi “possono esserci momenti di recessione, ma in generale siamo di fronte, dopo un periodo di crescita prolungata, ad una prospettiva di rallentamento, di una debolezza che si prolunga più del previsto”. Per questo motivo, secondo lui, il messaggio fondamentale della nuova Commissione presieduta da Ursula von der Leyen è “riprendere la via della crescita rendendola più sostenibile sul piano sociale ed ambientale”. E sul fronte delle politiche sociali, il commissario designato all’Economia fa sapere che la von der Leyen gli ha affidato la missione di guidare il lavoro per definire un’assicurazione europea contro la disoccupazione, con l’obiettivo di proteggere i cittadini europei dai rischi che corrono sui posti di lavoro a causa di situazioni di crisi, degli choc dall’esterno. Il nuovo governo italiano, prosegue Gentiloni, “ha un chiaro orientamento europeista”. Ecco perché, l’Italia “darà il contributo che spetta ad un grande Paese dell’Unione”.
Il suo contribuito da commissario Ue, invece, “sarà nel cercare di far funzionare al meglio gli strumenti che servono all’intera Unione: confronto sulle politiche di bilancio, funzionamento del sistema monetario, investimenti, tasse e misure sociali”. Quanto alle regole comuni per accogliere i migranti e integrarli, secondo Gentiloni la Commissione “può dare un contributo rilevante per cambiare le regole sull’asilo e sul controllo delle frontiere; per assistere i paesi di origine delle migrazioni; per sostenere gli accordi di gestione dei flussi come quelli Germania-Turchia e Italia-Libia; per stringere accordi con altri Paesi. Nel rispetto dei principi umanitari e dei valori europei”.
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