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Di Maio riunisce i ministri M5s: 'Conflitto di interessi tra le priorità'

Il dl Dignità non si tocca, no al ritorno del Jobs act. Così Luigi Di Maio ai ministri 5S che ha visto oggi a Palazzo Chigi. “Ora il prossimo passo è il salario minimo. Restituire dignità a circa 3 milioni di lavoratori sottopagati. È una legge presente in tanti paesi europei e l’Italia non può restare a guardare”. La Flat tax “si farà e sarà rivolta al ceto medio. L’abbassamento delle tasse è indispensabile e vogliamo rilanciare la nostra economia. Quindi su questo punto avanti come un treno”, ha detto Di Maio.

C’è anche il conflitto di interessi nell’agenda di governo al centro dell’incontro tra il vicepremier e il capo politico del M5s Luigi Di Maio con i ministri del Movimento 5 Stelle. Al centro del confronto con i responsabili dei diversi dicasteri guidati dal M5s, compreso il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, ci sono poi le altre priorità come le misure sul salario minimo e per il taglio della pressione fiscale.

Luigi Di Maio intende accelerare sul salario minimo e convoca per questo una riunione di urgenza a palazzo Chigi. Dopo l’incontro con i ministri pentastellati sull’agenda di governo il vicepremier e capo politico del Movimento intende approfondire il dossier e, secondo quanto si apprende, ha convocato per oggi alle 16,30 una nuova riunione sul tema del salario minimo con la prima firmataria della proposta Nunzia Catalfo, con la viceministro al Mef, Laura Castelli e con i tecnici della materia. “Ora il prossimo passo è il salario minimo. Restituire dignità a circa 3 milioni di lavoratori sottopagati. È una legge presente in tanti paesi europei e l’Italia non può restare a guardare”.

Garnero (Ocse),9 euro cifra molto alta – Un salario orario minimo fissato a 9 euro lordi sarebbe al momento “il più elevato tra i Paesi Ocse” e “anche della maggioranza dei contratti collettivi esistenti”. Così Andrea Garnero, economista del dipartimento lavoro e affari sociali dell’Ocse, nel corso di un’audizione sul tema in commissione Lavoro alla Camera. La cifra di cui si parla in Italia è quindi, sottolinea l’economista, “molto elevata”.


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