Subito in Parlamento, dice Matteo Salvini. Una mossa che porta alla parlamentarizzazione della crisi che, ora, vede avvicinarsi le elezioni anticipate. Tre le date possibili: il 13, il 20 o il 27 ottobre. Se la crisi si consumasse infatti a metà agosto, le urne, considerando i tempi necessari per gli italiani all’estero, dovrebbero aprirsi a circa due mesi di distanza. Ora la palla è nelle mani del premier Giuseppe Conte, che qualora proseguisse sulla strada indicata dal leader della Lega (e non scegliesse di dimettersi prima di passare per in Parlamento), si potrebbe presentare alla Camera già la prossima settimana per contare i numeri. Il primo segnale di questo percorso dovrebbe arrivare con la convocazione di una conferenza dei capigruppo, che non è escluso si tenga già domani ma che potrebbe anche essere rinviata di qualche giorno. E che avrà comunque il compito di convocare l’Assemblea. Il dibattito e il voto sul governo Conte potrebbero dunque tenersi già prima di Ferragosto a Montecitorio: incassata a quel punto quella che appare come una certa sfiducia, il premier potrebbe salire al Quirinale e rimettere il mandato.
Scatterebbero così le consultazioni da parte del presidente della Repubblica e c’è chi non esclude l’ipotesi che Sergio Mattarella affidi mandati esplorativi ai vertici del Parlamento per sondare gli umori delle forze politiche. Altra ipotesi è che il Capo dello Stato dia l’incarico a un tecnico, consapevole che non sarebbe in grado di coagulare una maggioranza attorno a sé, ma che guiderebbe un Esecutivo ponte. Resta in piedi anche lo scenario che vede proprio l’attuale premier traghettare la Legislatura.
Senza ulteriori elementi di novità, con questa accelerazione della crisi salterebbe la riforma del taglio dei parlamentari: la discussione del ddl attesa per il 9 settembre sempre a Montecitorio sarebbe cancellata. L’effetto domino del provvedimento è sempre stato particolarmente complesso: in quanto legge costituzionale può essere soggetta a un referendum confermativo. Ora i 5S chiedono di portarla comunque in Aula approfittando della riapertura di Montecitorio. Strada che appare di difficile percorribilità. Altro nodo, ovviamente, quello della manovra e della messa in sicurezza dei conti pubblici. (ANSA).
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